I guerra mondiale – Glossario

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I guerra mondiale – Glossario

 

Amiens: città del nord-est della Francia, teatro di una decisiva battaglia tra le truppe anglo-francesi e quelle tedesche nell’agosto 1918.

Armi chimiche: armi non convenzionali che, scoppiando, diffondono sostanze chimiche venefiche. Durante la Prima guerra mondiale, vengono impiegati proiettili d’artiglieria capaci di diffondere gas tossici, come l’iprite (un gas asfissiante e urticante), così chiamata perché usata dai tedeschi nell’attacco alla città belga di Ypres (aprile 1915).

Armistizio: accordo tra i partecipanti a un conflitto per cessare le ostilità. Durante la I guerra mondiale sono stati decisivi gli armistizi siglati tra Germania e Russia (pace di Brest-Litovsk, 3 marzo 1918), Austria-Ungheria e Italia (armistizio di Villa Giusti, 3 novembre 1918), Francia e Germania (armistizio di Compiègne, 11 novembre 1918).

Attentato di Sarajevo: assassinio dell’erede al trono d’Austria Francesco Ferdinando, avvenuto il 28 giugno 1914, a Sarajevo, capoluogo della Bosnia, allora facente parte dell’impero austro-ungarico. Autore del fatto è Gravilo Princip, membro di una società segreta nazionalista serba. L’attentato accresce la tensione tra Austria-Ungheria e Serbia (appoggiata dalla Russia) ed è, di fatto, l’evento detonatore del conflitto.

Caporetto: cittadina situata a est del Friuli, nell’alta valle del fiume Isonzo (oggi in Slovenia), dove il 24 ottobre 1917 l’esercito austro-tedesco sfonda le linee italiane, gettando nel panico i soldati, i comandi militari e la popolazione civile. Le forze austro-tedesche penetrano per chilometri nel territorio italiano, mentre soldati e civili fuggono in modo disordinato. La sconfitta è favorita dalla stanchezza fisica e morale dei soldati italiani e dal disaccordo tra i capi militari sulle strategie di guerra. Solo grazie al sacrificio di tante vite, all’intervento di alcuni reparti anglo-francesi e alle difficoltà logistiche incontrate dagli austriaci, l’esercito italiano riesce a ricostituire il fronte lungo il corso del fiume Piave.

Carro armato (tank): veicolo a motore corazzato, cingolato, e armato con cannoni e mitragliatrici, impiegato per la prima volta dagli inglesi durante la battaglia della Somme nel 1916. Ha la funzione di rompere il filo spinato delle trincee per spianare la strada alla fanteria. Viene, però, impiegato anche come mezzo di combattimento.

Carso: altopiano roccioso che si estende tra il Friuli orientale e la Slovenia, teatro di diversi scontri tra italiani e austriaci.

Dichiarazione di guerra: atto formale emesso dal governo di uno stato, consegnata generalmente all’ambasciatore paese dello stato contro cui si entra in guerra.

Diserzione: atto con cui un soldato abbandona il proprio esercito, sia per passare al nemico, sia per evitare di combattere. Durante la Prima guerra mondiale ci sono molte diserzioni, quasi sempre punite con la fucilazione.

Fronte: territorio in cui due eserciti nemici si scontrano direttamente. I fronti principali della Prima guerra mondiale sono stati quello occidentale (tra anglo-francesi e tedeschi), quello orientale (tra austro-tedeschi e russi), quello meridionale (tra austriaci e italiani), e quello mediorientale (tra turchi e inglesi). Questi fronti sono rimasti pressoché immutati per gran parte del conflitto.

Guerra di posizione, guerra di movimento: a causa dell’equilibrio tra le forze in campo, la Prima guerra mondiale è per quattro lunghi anni una guerra di posizione con battaglie lunghe, cruente, che non provocano mutamenti significativi nella posizione degli eserciti dispiegati sui vari fronti. La guerra di posizione si combatte prevalentemente nelle trincee. La guerra di movimento, invece, è caratterizzata da un rapido mutamento dei fronti e dal succedersi di battaglie che portano a conquiste territoriali decisive da parte dell’uno o dell’altro schieramento.

Guerra lampo: guerra breve. Nelle intenzioni dei governi e degli stati maggiori che si approntavano al conflitto, la guerra sarebbe stata questione di pochi mesi. La Germania progettava di sfondare rapidamente il fronte occidentale, sottomettendo il Belgio e sconfiggendo la Francia, per poi dedicarsi a combattere la Russia sul fronte orientale. Invece, nel settembre 1914, le truppe anglo-francesi bloccano l’avanzata tedesca sul fiume Marna, dando il via alla guerra di posizione sul fronte occidentale.

Guerra sottomarina: guerra combattuta per il controllo dei traffici marittimi, impiegando i sommergibili. Tra questi, sono noti gli U-Boot, di fabbricazione tedesca, impegnati in azioni di sabotaggio contro le navi che portano rifornimenti alle potenze dell’Intesa. Nel 1915, infatti, la Germania decide il blocco navale delle coste dei paesi nemici.

Imperi centrali: espressione impiegata per designare l’impero tedesco e quello austro-ungarico, uniti fin dal 1882 nella Triplice alleanza (nella quale era compresa anche l’Italia).

Interventismo: atteggiamento politico favorevole all’intervento in guerra di uno stato. In Italia, tra gli interventisti vi sono i nazionalisti, molti liberali, che vedono nella guerra contro l’Austria-Ungheria il completamento del Risorgimento, e alcuni socialisti rivoluzionari. Nei primi mesi del 1915, l’interventismo prende il sopravvento sul neutralismo.

Isonzo: fiume del Friuli dove, tra il 1915 e il 1917, si verificano diverse aspre battaglie tra austriaci ed italiani. Nonostante l’asprezza dei combattimenti e il gran numero di morti, questi scontri si rivelano quasi sempre infruttuosi.

Irredentismo: movimento che si propone di liberare il Trentino-Alto Adige, la Venezia-Giulia, Fiume e la Dalmazia dal dominio austriaco, per riportarli sotto il controllo dell’Italia, ritenuta la loro sede naturale per ragioni storiche e culturali.

Mobilitazione: espressione che indica le operazioni attuate da un paese per prepararsi alla guerra. Tra queste, ci sono l’organizzazione dell’esercito, la chiamata alle armi dei riservisti, la proclamazione dello stato di emergenza, il razionamento dei generi alimentari e la preparazione delle difese aeree e territoriali.

Marna: fiume nei pressi di Parigi dove, nel settembre 1914, le truppe francesi, assieme a contingenti britannici, riescono a bloccare l’avanzata tedesca.

Neutralismo: atteggiamento politico contrario all’intervento in guerra di uno stato. In Italia, tra i neutralisti vi sono la maggioranza dei socialisti, i quali giudicano la guerra funzionale agli interessi dei grandi capitalisti, i liberali moderati, che ritengono l’Italia impreparata per combattere, e molti cattolici, per ragioni religiose e morali.

Neutralità: condizione di non belligeranza che si verifica quando uno stato decide di non partecipare a un conflitto e di non sostenere nessuna delle parti in causa.

Offensiva, controffensiva: l’offensiva è un attacco sferrato contro le postazioni nemiche; la risposta a questo attacco è invece la controffensiva, che non va confusa con la semplice difesa delle proprie postazioni.

Panserbismo: movimento nazionalista che, all’inizio del Novecento, aspira ad unificare il popolo serbo sotto un unico stato. Il movimento panserbo combatte, quindi, contro il dominio austriaco, progettando la nascita di uno stato serbo autonomo, con l’appoggio della Russia.

Patto di Londra: accordo segreto tra il governo italiano (che si è mosso senza informare il parlamento) e i rappresentanti della Triplice intesa, firmato a Londra il 26 aprile 1915. L’accordo prevede l’entrata in guerra dell’Italia a fianco delle potenze dell’Intesa e, in caso di vittoria, la conquista del Trentino e dell’Alto Adige, della Venezia Giulia, della penisola istriana, con l’esclusione di Fiume, e di una parte della Dalmazia.

Quattordici punti: programma di politica estera enunciato al Congresso degli Stati Uniti dal presidente americano Woodrow Wilson (1856-1924) l’8 gennaio 1918. In previsione della fine della guerra, Wilson si pronuncia in favore di una pace “senza vincitori”, ovvero una pace non umiliante per i paesi vinti e capace di scongiurare una nuova guerra.

Società delle Nazioni: organismo sopranazionale istituito il 28 aprile 1919 nell’ambito della conferenza di pace di Versailles. Gli scopi fondamentali dell’organizzazione sono il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale attraverso il controllo degli armamenti, la prevenzione delle guerre e la gestione diplomatica dei conflitti tra stati.

Somme: fiume della Francia nord-orientale dove, nel luglio 1916, le truppe anglo-francesi danno il via ad un’offensiva per spezzare le linee tedesche. Il tentativo riesce solo in parte: la battaglia è durissima e provoca un gran numero di morti, feriti e dispersi.

Spedizione punitiva (Strafexspedition): ampia offensiva austriaca contro l’Italia, cominciata nel maggio 1916 nel Trentino meridionale. Essa ebbe il proprio epicentro nella zona dell’altopiano di Asiago. L’attacco fu respinto dalle truppe italiane al prezzo di gravi perdite.

Trattato di pace: documento con il quale i paesi belligeranti si accordano dopo la fine della guerra. Esso può contenere disposizioni riguardo i confini e i possedimenti territoriali, clausole militari ed economiche, come, per esempio, il divieto del riarmo e indennizzi da versare ai paesi aggrediti. Tra il 1919 e il 1920, alla fine della Prima guerra mondiale, si tiene la conferenza di pace a Parigi. Vi partecipano solo i rappresentanti dei paesi vincitori, e le decisioni più importanti sono prese da un consiglio composto dai rappresentanti di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Italia. A volte, i trattati di pace sono stabiliti dai paesi vincitori e imposti a quelli vinti, come è successo con il trattato di Versailles, che stabilisce le condizioni di pace con la Germania, duramente punita sia dal punto di vista territoriale (deve cedere territori alla Francia, alla Polonia e alla Danimarca), sia da quello economico e militare. Con il trattato di Saint-Germain-en-Laye, si stabiliscono le condizioni di pace con l’Austria-Ungheria: l’impero austro-ungarico viene smembrato, favorendo la nascita di stati quali l’Ungheria, la Cecoslovacchia e la Iugoslavia. Il trattato di Sèvres sancisce la fine dell’impero ottomano. L’Italia, con i trattati di Parigi, ottiene il Trentino Alto-Adige, la Venezia-Giulia (ma Trieste diverrà italiana solo nel 1920) e la penisola istriana.

Trincea: fortificazione militare costruita scavando uno stretto fossato nel terreno, protetto da sacchi di sabbia, filo spinato e campi di mine. Ben presto diviene una postazione permanente, condizione terribile per gli uomini sfiancati dalla convivenza forzata, dalla sporcizia, dal freddo, dalla fame e dalle malattie, oltre che dal fuoco nemico.

Triplice alleanza: alleanza militare, a carattere difensivo, stretta nel 1882 tra Germania, Austria-Ungheria e Italia. Poiché l’Austria e la Germania scatenano le ostilità della Prima guerra mondiale, l’Italia può non intervenire subito nel conflitto, dichiarando la propria neutralità. In realtà, già nel 1914, sono state avviate dal governo italiano trattative segrete con Gran Bretagna e Francia per un’eventuale adesione alla Triplice intesa.

Triplice intesa: alleanza stipulata nel 1907 tra Francia, Gran Bretagna (entrambe già unite da un’alleanza del 1904) e Russia. Nel 1914, la dichiarazione di guerra della Germania alla Russia determina l’entrata nel conflitto della Francia e, in virtù dell’alleanza, anche della Gran Bretagna. Con il patto di Londra del 1915 anche l’Italia aderisce all’Intesa.

Ultimatum: atto giuridico con il quale uno stato impone a un altro condizioni irrevocabili riguardo a una data questione. La Prima guerra mondiale è scatenata dallo scadere del rigido ultimatum posto dall’Austria-Ungheria alla Serbia, che, oltre a prevedere la proibizione di qualsiasi propaganda antiaustriaca nei territori serbi, chiede la partecipazione di rappresentanti austriaci al processo contro i responsabili dell’attentato di Sarajevo.

Verdun: città del nord-est della Francia, teatro di una fra le più cruenti battaglie della Prima guerra mondiale. I combattimenti cominciano con un’offensiva tedesca nel febbraio 1916 e durano fino a dicembre dello stesso anno. Le truppe anglo-francesi resistono a fatica: alla fine i due eserciti contano quasi 300.000 morti.

Vittorio Veneto: città dove la sera del 3 novembre 1918 viene firmato l’armistizio di villa Giusti tra Italia ed Austria-Ungheria. Con questo armistizio, la guerra finisce e l’Italia dichiara la propria vittoria. La controffensiva contro l’esercito austriaco, dimostratosi incapace di opporre resistenza, era cominciata il 24 ottobre.

 

 

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