Il declino della Chiesa e dell’Impero.

Il declino della Chiesa e dell’Impero. 

Nel XII e XIII secolo, nell’Europa medievale, apparentemente Chiesa e Impero erano ancora le due supreme autorità universali, sul piano politico e religioso. Entrambe, tuttavia, attraversavano un periodo di grave crisi e decadenza.

 

Che cosa caratterizzava le eresie valdese e catara? Come reagì la Chiesa?

La Chiesa affrontò il diffondersi delle eresie, come quelle valdese e catara.

I valdesi (“poveri di Lione”) contestavano alla Chiesa il monopolio della predicazione e dell’interpretazione della Bibbia, sostenendo che ogni cristiano poteva interpretare liberamente il Vangelo. Pietro Valdo, fondatore del movimento, non metteva in discussione i caposaldi della fede, ma fu ugualmente scomunicato nel 1184.

L’eresia catara, sviluppatasi nella Francia meridionale, sosteneva una dottrina radicalmente diversa da quella cattolica, ricollegandosi ad antichi culti orientali. Le dottrine catare furono condannate come eretiche dalla Chiesa. Per eliminare l’eresia catara, papa Innocenzo III indisse nel 1209 una crociata contro gli albigesi (da Albi, città roccaforte dei catari) che assunse la forma di un vero e proprio genocidio.

Qual era il comune obiettivo di francescani e domenicani? Quali le differenze?

Per combattere le eresie sorsero nuovi ordini religiosi, i francescani e i domenicani. Il primo dei due ordini, fondato da San Francesco, fece leva sull’umiltà, la semplicità, l’amore per il prossimo e sulla vicinanza ai poveri e ai malati. Il secondo, fondato da Domenico di Guzmàn, ebbe come punto di forza la grande preparazione culturale, la predicazione e l’arma dei tribunali dell’inquisizione contro gli eretici.

Come si sviluppò e come si concluse il conflitto tra papa e imperatore?

Il conflitto tra papa e imperatore riprese all’inizio del XIII secolo. Nel 1220 divenne imperatore Federico II di Svevia, nipote di Federico Barbarossa, che mirò a rafforzare il potere imperiale sia rispetto ai comuni sia rispetto al papa. Il conflitto che ne seguì portò a una lunga guerra che vide divisi i comuni italiani tra guelfi (antimperiali) e ghibellini (filoimperiali). Dopo la morte improvvisa di Federico II, suo figlio Manfredi fu sconfitto da un esercitò comandato da Carlo d’Angiò, che in cambio del suo appoggio ricevette dal papa il Regno di Sicilia. Si concluse così l’ultimo tentativo di fare dell’Italia uno stato unitario e l’impero si ridusse alla sola Germania.

Quali furono le due più importanti monarchie feudali e come si concluse il conflitto tra di loro?

Accanto all’impero ormai in crisi, al papato in declino e alla realtà emergente dei comuni, nel Basso Medioevo si affermarono le monarchie feudali, all’origine dei futuri stati dinastici nazionali. Le due monarchie feudali più importanti furono quelle di Francia e Inghilterra. Nel sistema feudale europeo si determinò però una situazione paradossale: il re d’Inghilterra si trovò a essere vassallo del re di Francia stesso. Con la battaglia di Bouvines il re di Francia Filippo II, detto Augusto, riaffermò la sua sovranità sui feudi francesi del re d’Inghilterra, mentre Giovanni Plantageneto, detto Senzaterra, sconfitto, fu costretto a concedere ai suoi sudditi la Magna Charta libertatum.

Come si manifestò la crisi della chiesa?

Il papato sembrò uscire rafforzato dallo scontro con l’imperatore. Nel 1294 fu eletto papa Bonifacio VIII, che indisse il giubileo per il 1300. Presto però si aprirono nuovi contrasti che opposero il papa – convinto fautore del primato della chiesa – al re di Francia, Filippo IV il Bello. La lotta fra papa e re di Francia si concluse con la sconfitta del primo e, nel 1309, con il trasferimento della sede papale ad Avignone, nella Francia meridionale, dove poteva essere meglio controllato dal re francese (fino al 1377). Questi eventi e il successivo scisma d’Occidente, durante il quale vi furono fino a tre papi in lotta tra di loro, segnarono il definitivo tramonto delle ambizioni teocratiche della chiesa.

 

 

Print Friendly, PDF & Email