Il fallimento della guerra-lampo

Trincea_Somme

Prima guerra mondiale

Il fallimento della guerra lampo

 

Sul fronte occidentale

Le attese generali erano di una soluzione rapida del conflitto. La superiorità assoluta dell’attacco sulla difesa era un dogma all’inizio della guerra, e su questa base la Germania impostò la sua preparazione al conflitto, convinta di poter combattere una guerra lampo. 

SchlieffenIl piano Schlieffen prevedeva che il grosso delle truppe fosse diretto a ovest, attraverso il Belgio, contro la Francia per poi volgersi, una volta ottenuta una rapida vittoria, sul fronte orientale contro la Russia, molto lenta nel mobilitare il suo notevole potenziale umano, prima che potesse impegnare le truppe tedesche. 

La facilità dell’avanzata tedesca, che portò le truppe a pochi chilometri da Parigi, parve testimoniare della riuscita del piano. In realtà, tuttavia, il piano Schlieffen fallì. L’esercito belga, infatti, oppose una resistenza inaspettatamente tenace. Inoltre, l’efficiente corpo di spedizione inglese ritardò l’avanzata dell’esercito tedesco. Il buon funzionamento del sistema ferroviario e di trasporto permise poi all’esercito francese di far affluire buona parte delle truppe al fronte per fermare i tedeschi. 

A rallentare e poi fermare l’avanzata tedesca contribuì in modo decisivo la costruzione di trincee e l’impiego dell’artiglieria pesante, della mitragliatrice e del filo spinato, che consentirono di creare uno sbarramento micidiale per l’esercito nemico. Infine, l’inaspettata velocità di mobilitazione russa sul fronte orientale impose ai tedeschi di distogliere truppe per spostarle in quell’area. Nel settembre 1914 i francesi bloccarono i tedeschi sul fiume Marna.

Sul fronte orientale

A Oriente la guerra fu, anche per l’estensione maggiore del fronte, assai più mobile che non sul fronte occidentale. L’attacco dell’Austria-Ungheria alla Serbia non fu decisivo, nonostante le forti perdite subite dall’esercito di quel paese. La Serbia riuscì infatti a resistere, fino al novembre 1916, quando l’entrata in guerra della Bulgaria a fianco della Germania e dell’Austria-Ungheria rese insostenibile la posizione delle residue forze serbe. Gli austro-ungarici avanzarono con difficoltà in Polonia, a sostegno dell’Ottava armata tedesca, posta a difesa della Prussia orientale attaccata dalle truppe russe. Un punto di svolta si ebbe con la battaglia di Tannenberg (27-30 agosto 1914): 125.000 russi catturati e altri 30.000 circa feriti o uccisi, a fronte di perdite tedesche inferiori ai 20.000 uomini. Nel settembre 1915 iniziò la ritirata dell’esercito russo, che sarebbe continuata fino alle porte di Minsk e fino ai rivolgimenti rivoluzionari del 1917.

La guerra di trincea 

prima guerra mondialeLo slancio tedesco sul fronte occidentale fu arrestato prima dai francesi sulla Marna (6-12 settembre 1914) e poi dagli anglo-francesi a Nord, verso la Manica, a Yser (18 ottobre – 10 novembre) e a Ypres (23 ottobre – 15 novembre). 

Sul fronte orientale, le vittorie tedesche di Tannenberg (27-30 agosto) e dei Laghi Masuri (8-10 settembre) sulle truppe russe furono in parte compensate dai successi riportati da queste sugli austriaci in Galizia. In ogni caso, la resistenza opposta dai russi costrinse la Germania a distogliere parte del proprio esercito dal fronte occidentale, favorendo la controffensiva dei francesi e determinando il fallimento del piano Schlieffen. La costruzione delle trincee e l’impiego dell’artiglieria pesante e della mitragliatrice si rivelarono straordinariamente efficaci come strumenti di difesa. 

guerraCosì, la guerra di movimento si trasformò in guerra di logoramento, lungo oltre ottocento chilometri di trincee, scavate nella terra per chilometri, protette da filo spinato e terrapieni. Nella guerra furono impiegati su larga scala i gas asfissianti, si sviluppò l’aviazione, che ai compiti iniziali di osservazione aggiunse il bombardamento e la difesa da attacchi nemici. Inglesi e francesi impiegarono i primi carri armati, troppo tardi per influire in modo decisivo sul conflitto, in tempo però per dimostrare le loro enormi potenzialità. 

La vita in trincea era contraddistinta dalla ripetitività, dalla noia, e da pessime condizioni igieniche. Giorni e giorni di cannoneggiamento, tra scoppi assordanti e il continuo terrore di rimanere sepolti vivi influivano inevitabilmente sulle loro condizioni psicologiche. Le condizioni di stress psico-fisico cui i soldati furono sottoposti, ebbero drammatiche conseguenze sul loro equilibrio psichico. 

Contro ogni evidenza, per gran parte della guerra gli alti comandi di tutti gli eserciti continuarono a ritenere che la soluzione del conflitto dipendesse dallo sfondamento del fronte nemico (quindi dall’offensiva), e questo contribuì in modo determinante alla terribile carneficina.

 

 

Print Friendly, PDF & Email