La guerra fredda e il bipolarismo.

guerra fredda

La “guerra fredda” e il “bipolarismo”

 

USA e URSS

guerra freddaTre nazioni uscirono vincitrici dalla Seconda guerra mondiale: USA, URSS e Gran Bretagna. Solo le prime due assunsero però il ruolo di GRANDI POTENZE anche nel dopoguerra e diedero origine a un sistema di relazioni internazionali di tipo BIPOLARE.

Gli USA assunsero un evidente primato economico a livello mondiale, infatti nel 1945 possedevano i 2/3 delle risorse aurifere del pianeta, metà della produzione industriale e ¾ dei capitali mondiali investiti.

Tale predominio  economico fu accompagnato dalla superiorità militare, anche per il possesso della bomba atomica.

L’URSS era stata il paese che aveva dato il maggior contributo alla guerra in termini di vite umane perdute ed uscì duramente provata dal conflitto ma al tempo stesso con grandi potenzialità sul piano militare ed economico.

La liberazione dell’EUROPA ORIENTALE dalle forze nazifasciste attuata dall’Armata rossa determinò la sua inclusione nella SFERA D’INFLUENZA SOVIETICA. 

Il termine “guerra fredda”

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, lo scrittore inglese George Orwell usò il termine “GUERRA FREDDA” nel suo saggio “You and the Atomic Bomb” (1945).

Il giornalista Walter Lippmann usò il termine “guerra fredda” nel suo libro The Cold War (1947) per definire la situazione delle relazioni internazionali delineatasi dopo la Seconda Guerra mondiale, caratterizzata da una forte conflittualità e da un perenne stato di tensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica, con il superamento dell’ordine multipolare ed eurocentrico.

Bipolarismo

Il termine “BIPOLARISMO” indicò l’assetto di potere determinatosi dopo la Seconda Guerra mondiale, con la comparsa delle armi atomiche e con la competizione politico-ideologica tra USA e URSS negli anni tra il 1945 e il 1991. 

Truman e Churchill

Il presidente americano HARRY TRUMAN adottò una linea politica più rigida nei confronti di Stalin, diversamente dal suo predecessore, Franklin Delano Roosevelt, che aveva cercato di rendere stabile l’alleanza con l’URSS anche a guerra conclusa. La crescente diffidenza reciproca caratterizzò quindi le relazioni tra le due superpotenze.

Nel maggio 1945 Truman decide di ridurre drasticamente il programma affitti-prestiti verso l’Urss.

Nell’agosto 1945 l’esplosione della prima bomba atomica convinse Stalin dell’ostilità degli Usa e della loro volontà di non rispettare gli accordi di guerra. Il tentativo dell’U.R.S.S. di estendere la propria influenza in Iran e in Turchia e un discorso tenuto da Stalin nel febbraio del 1946, che riaffermava l’inconciliabilità tra comunismo e capitalismo, consolidarono negli Stati Uniti la linea dura nei confronti dell’U.R.S.S. 

WINSTON CHURCHILL (Primo ministro inglese), in un discorso tenuto a Fulton (Missouri) il 15 marzo 1946, parlò di una “CORTINA DI FERRO” che stava scendendo sull’Europa:

“Da Stettino sul Baltico a Trieste sull’Adriatico, è scesa sul continente europeo una cortina di ferro. Dietro quella linea ci sono tutte le capitali degli antichi Stati dell’Europa centrale e orientale. Varsavia, Berlino, Praga, Vienna, Budapest, Belgrado, Bucarest e Sofia, tutte queste famose città e le popolazioni che le circondano si trovano nella sfera sovietica e sono soggette, in una forma o nell’altra, non soltanto all’influenza sovietica, ma a un’altissima e crescente misura di controllo da Mosca.”

Le due superpotenze

Il confronto fra le due SUPERPOTENZE fu combattuto con strumenti diversi da quelli tradizionali, senza che avvenisse uno scontro militare diretto.

Si trattò di:

  • ➡uno scontro ideologico.
  • ➡uno scontro combattuto nella periferia, al di fuori del teatro europeo, nel corso di numerose guerre locali in cui intervennero in modo diretto o indiretto le due superpotenze.

Apparve impossibile una soluzione di tipo bellico, dato il potenziale raggiunto dalle armi di distruzione di massa nell’era atomica, di cui entrambe le superpotenze erano in possesso, in grado di causare il reciproco annientamento. La consapevolezza dell’enorme potenziale distruttivo delle armi accumulate impedì lo scoppio di un conflitto nucleare. 

L’equilibrio del terrore

La competizione tra le due superpotenze si espresse nella corsa agli armamenti e si concluse intorno al 1956, con il raggiungimento della parità termonucleare, che segnò il passaggio a una fase più stabile del cosiddetto “EQUILIBRIO DEL TERRORE”. Dal ’45 agli anni ’90, sono state costruite più di 130.000 testate nucleari, 75.000 dagli americani, 55.000 dai russi. 

Nei paesi occidentali un tratto caratteristico della Guerra Fredda fu l’insieme di provvedimenti adottati per controllare l’attività di partiti, movimenti o semplici simpatizzanti comunisti: negli Stati Uniti la sindrome del “pericolo rosso”, particolarmente acuta negli anni Cinquanta, si manifestò nelle campagne di denuncia del senatore Joseph McCarthy. In Unione sovietica e nei paesi satelliti si appesantì la politica repressiva nei confronti di qualsiasi forma di dissenso.

In realtà, il bipolarismo fu un unipolarismo mascherato: la superiorità americana, in particolare sul piano economico, non è mai stata in discussione. L’URSS proveniva da condizioni di storica arretratezza economica, così come i paesi del Patto di Varsavia, mentre gli Stati Uniti avevano guadagnato in seguito alla guerra un primato indiscutibile e i paesi dell’Europa occidentale erano molto più sviluppati di quelli dell’Europa orientale. Il bipolarismo e la guerra fredda videro una convergenza di interessi di fatto tra USA e URSS, poiché la divisione in due poli e lo stato di tensione connesso tenevano l’Europa e la Germania divise e controllabili.

IL PIANO MARSHALL

guerra freddaNel 1948 gli USA elaborarono un piano quadriennale di aiuti economici per oltre tredici miliardi di dollari destinati alla ricostruzione del sistema produttivo dell’Europa occidentale, compresa la Germania Ovest (PIANO MARSHALL).

ùTale politica diede sbocco alle eccedenze americane di capitale finanziario e permise ai paesi europei di avviare una fase di forte sviluppo industriale.

Il Piano Marshall prevedeva la concessione agli Stati europei di prestiti a basso interesse o a fondo perduto, nella fornitura di massicci aiuti in beni alimentari e materie prime e soprattutto nel rinnovamento tecnologico delle imprese europee attraverso l’introduzione di macchinari e tecniche di produzione più moderne.

Esso permise agli USA di influenzare la politica economica dei paesi assistiti e di favorire gli investimenti americani in Europa.

LA NATO E IL PATTO DI VARSAVIA

guerra freddaNel 1949 gli Stati Uniti, il Canada e i paesi dell’Europa occidentale diedero vita alla NATO (NORTH ATLANTIC TREATY ORGANIZATION), un sistema di difesa militare che coordinava le loro forze armate con l’obiettivo di fronteggiare un potenziale attacco da parte dell’URSS e dei suoi alleati.

Essa fu fondata a Washington il 4 aprile 1949 da Francia, Gran Bretagna, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Stati Uniti, Canada, Norvegia, Danimarca, Islanda, Portogallo, Italia. Vi aderirono in seguito la Turchia e la Grecia (1952), la Repubblica Federale Tedesca (1955) e la Spagna (1982). Dal 1966 la Francia, pur restando membro dell’organizzazione, uscì dal Comitato militare, rientrandovi poi nel 1995. 

guerra freddaNel 1955 i paesi dell’Europa orientale e l’U.R.S.S. crearono il PATTO DI VARSAVIA, con analoga funzione, in chiave antioccidentale. Il patto era costituito da Unione Sovietica, Bulgaria, Romania, Cecoslovacchia, Repubblica Democratica Tedesca, Ungheria, Albania e Polonia.

Organismo di difesa del blocco sovietico fu impegnato a reprimere insurrezioni anche all’interno degli stessi stati membri (ad esempio in Cecoslovacchia nel 1968) e si è sciolto ufficialmente il 1° aprile 1991, dopo la caduta dei regimi “comunisti” dell’Est europeo e alla vigilia della dissoluzione della stessa Unione Sovietica.

Con la fine del bipolarismo, la NATO ha ridefinito le proprie finalità strategiche e molti paesi dell’ex blocco sovietico, come la Polonia, l’Ungheria, la Romania sono entrati a farne parte.

 

 

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