Seconda guerra mondiale – 1941

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Seconda guerra mondiale – 1941

La guerra in Africa, l’Operazione Barbarossa, l’attacco giapponese a Pearl Harbor

Difficoltà delle truppe italiane e intervento degli Afrikacorps

Tra il settembre 1940 e la prima metà del 1941 il Nord Africa divenne un nuovo teatro di guerra: le truppe italiane comandate dal maresciallo Rodolfo Graziani penetrarono in Egitto con l’obiettivo di occupare la base inglese di Alessandria. Pur superiori numericamente gli Italiani non riuscirono nel loro intento ma furono addirittura costretti alla ritirata dalla controffensiva sferrata dagli Inglesi e persero la regione libica della Cirenaica. Anche in Africa Orientale, dopo gli iniziali successi italiani, le operazioni militari volsero a favore degli Inglesi che, conquistata l’Etiopia centrale e l’Eritrea, il 5 aprile 1941 entrarono ad Addis Abeba.

Gli insuccessi italiani in Africa e in Grecia costrinsero la Germania ad assumere l’iniziativa anche su quei fronti.

Nel febbraio 1941 gli Afrikacorps del generale Erwin Rommel sbarcarono a Tripoli e in tre settimane, con un’avanzata di quasi 1000 chilometri, riconquistarono la Cirenaica, costringendo gli Inglesi ad asserragliarsi nella piazzaforte di Tobruk. A fronte delle gravi difficoltà in cui si trovava l’esercito italiano in Albania, Hitler si vide costretto a rinviare l’invasione dell’URSS e in aprile del 1941 ordinò di attaccare la Iugoslavia e la Grecia, che furono occupate nel giro di poche settimane.

Battaglia nell’Atlantico

Grande importanza assunse la battaglia dell’Atlantico, che vide un aspro scontro tra la flotta inglese e quella tedesca. Inizialmente la guerra volse a favore della Germania, in particolare grazie agli attacchi dei sommergibili (U-Boote) alle navi da guerra e mercantili. Nella seconda metà del 1942 le perdite alleate diminuirono e le sorti del conflitto s’invertirono, in seguito all’intervento statunitense.

L’Operazione Barbarossa

Lo spazio vitale

La strategia di Hitler prevedeva la guerra contro l’Unione sovietica per diverse ragioni: l’URSS era il nemico per eccellenza sul piano politico e ideologico, diversamente dalla Gran Bretagna, con la quale il Fuhrer cercò più volte un’intesa; era un’area di espansione economica, in cui il popolo tedesco avrebbe potuto trovare il proprio “spazio vitale”; a Est, infine, i Tedeschi avrebbero potuto affermare la propria superiorità razziale, attraverso il dominio degli Slavi e l’eliminazione degli Ebrei.

La guerra totale

La guerra all’Unione sovietica si configurò come “guerra totale”, mirante all’annientamento del nemico e allo sfruttamento di ogni risorsa dei territori conquistati per sostenere lo sforzo bellico, senza il minimo riguardo per la popolazione civile. Alla fine del conflitto, nella sola Unione sovietica, il risultato fu la morte di circa venti milioni di persone.

L’attacco all’URSS

Il 22 giugno 1941 iniziò l’attacco di sorpresa della Wermacht (“Operazione Barbarossa”), con cui Hitler pensava di poter in breve tempo sconfiggere l’URSS e impadronirsi delle sue risorse. I Tedeschi impegnarono oltre 3 milioni di soldati (153 divisioni, di cui 15 motorizzate e 19 corazzate), 600.000 automezzi, 3.600 carri armati e oltre 2700 aerei. Alle forze della Wermacht si aggiunsero circa 500.00 soldati tra Italiani, Rumeni, Slovacchi e Ungheresi. L’Armata Rossa schierò 2 milioni e mezzo di uomini sul fronte occidentale e un numero analogo tra il Caucaso e l’Estremo Oriente.

Il fallimento della guerra lampo

Le vittorie iniziali della Wermacht furono straordinarie: le armate tedesche del Nord conquistarono in breve tempo i paesi baltici e il Nord-Ovest della Russia, ponendo sotto assedio Leningrado in settembre; le armate del centro giunsero alla periferia di Mosca a metà ottobre; le armate del Sud s’impadronirono dell’Ucraina, di parte della Crimea e della regione industriale del Donetz.

L’offensiva tedesca costò alla Germania circa mezzo milione di morti, mentre i costi umani e materiali russi furono notevolmente superiori: circa 4 milioni tra morti e prigionieri, oltre a una notevole quantità di carri armati, di cannoni e di altro materiale bellico.

Tuttavia la capacità militare sovietica non era stata distrutta, com’era nelle intenzioni di Hitler, ma anzi si rafforzò per l’afflusso delle truppe stanziate in Asia. Le divisioni furono riorganizzate e i primi carri armati (tra cui il T-34, il più efficace di tutto il conflitto) furono prodotti dalle fabbriche trasferite oltre i monti Urali.

L’offensiva tedesca si arrestò alla fine di ottobre a causa del precoce inverno russo, che creò notevoli problemi di approvvigionamento e diede l’opportunità ai Russi di dar vita alla guerra partigiana e di lanciare in dicembre una grande controffensiva nel settore di Mosca, che costrinse le truppe tedesche a una prima ritirata. Alla fine del 1941 i nazisti potevano vantare vittorie trionfali ma, al tempo stesso, dovevano prendere atto del fatto che la guerra lampo si era trasformata in una lunga guerra di logoramento.

Pearl Harbor e l’entrata in guerra degli USA

Gli Stati Uniti avevano sostenuto con grandi aiuti la Gran Bretagna e in marzo avevano approvato la legge “affitti e prestiti” (Lend-Lease Act), in base alla quale gli inglesi potevano ricevere gli aiuti senza pagarli subito e il 14 agosto Churchill e il presidente Roosevelt avevano firmato la “Carta atlantica”, in cui si manifestava la ferma determinazione di combattere contro il nazifascismo.

Intanto, i rapporti degli USA con il Giappone si erano deteriorati. Il progetto giapponese di espansione nei domini imperiali britannico e francese si scontrava con la potenza economica e militare americana, che nel 1941 istituì l’embargo petrolifero e chiese il ritiro del Giappone dalla Cina.

http://www.boston.com/bigpicture/2010/12/pearl_harbor_69_years_ago_toda.html

Così, il 7 dicembre 1941 alle 7.55, mentre l’ambasciatore giapponese consegnava a Washington la dichiarazione di guerra,

i Giapponesi attaccarono a sorpresa la base navale americana di Pearl Harbor nelle isole Hawai, distruggendo gran parte della flotta USA del Pacifico. L’11 dicembre anche Germania e Italia dichiararono guerra agli USA. La guerra divenne mondiale e si delinearono definitivamente due schieramenti contrapposti: da un lato le potenze del patto tripartito; dall’altro la coalizione tra Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione Sovietica.

Seconda guerra mondiale

 

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