La Prima guerra mondiale e le trasformazioni nella società

prima guerra mondiale

La Prima guerra mondiale e le trasformazioni nella società. 

Il prolungarsi della guerra ebbe conseguenze di enorme importanza sulla politica, sulla mentalità collettiva, sull’economia e sui rapporti sociali. 

 

Guerra e industria

prima guerra mondialeLa guerra, con il suo enorme consumo di materiali e il bisogno di sostenere milioni di uomini in armi, indusse le economie e soprattutto le industrie dei paesi coinvolti a mobilitare tutte le loro energie. La forza militare divenne come mai in precedenza il frutto di quella industriale e della disponibilità di materie prime. Gli Imperi centrali, in particolare la Germania, nonostante le notevoli potenzialità del loro apparato industriale si trovarono in condizioni di crescente inferiorità per effetto del blocco navale imposto dagli Inglesi, che limitava fortemente la possibilità di adeguati rifornimenti. Tali difficoltà si accentuarono enormemente dopo l’intervento in guerra degli Stati Uniti nel 1917.

Il “fronte interno” e il lavoro delle donne

prima guerra mondialeIn tutti i paesi coinvolti nel conflitto un aspetto molto rilevante fu costituito dal “fronte interno” ossia dalla mobilitazione militare e civile che coinvolgeva le zone non direttamente toccate dal fronte del conflitto. Un aspetto certo molto importante fu costituito dal massiccio ingresso delle donne nel mondo del lavoro, in conseguenza della carenza di mano d’opera maschile. Le donne sostituirono la forza lavoro maschile in molti settori, compreso quello della produzione di armamenti.

L’interventismo statale e gli speculatori

prima guerra mondialeLo Stato, divenuto il principale committente dell’industria, accrebbe in modo massiccio il proprio intervento in campo economico. In Germania l’interventismo statale raggiunse il suo apice, dando luogo a forme di accentuata pianificazione dell’economia. I profitti andarono in maniera massiccia a favore di gruppi di speculatori, i cosiddetti “pescecani o profittatori di guerra”, la cui ricchezza contrastava in maniera stridente con la miseria della maggior parte della popolazione.

Le devastazioni della guerra

Il conflitto comportò per l’Europa devastazioni materiali senza precedenti e oltre 10 milioni di morti (di cui circa 600.000 italiani), mentre altri 35 milioni di uomini rimasero gravemente feriti e invalidi. 

L’influenza “spagnola”

EpidemieTra il 1918 e il 1920 la pandemia chiamata “influenza spagnola” sterminò tra 25 e 50 milioni di persone, dopo averne contagiate circa un miliardo. Recenti stime parlano addirittura di 100 milioni di morti. La “spagnola” comparve nella fase finale della Prima Guerra Mondiale ma la censura dei paesi in guerra la tenne nascosta o ne ridimensionò le conseguenze. Gran parte delle vittime erano giovani sani tra i 18 e i 29 anni di età. La pandemia venne probabilmente diffusa in Europa dal corpo di spedizione statunitense, anche se i primi casi della malattia erano stati segnalati in Spagna. I soldati che si ammalavano al fronte venivano ricoverati nelle retrovie, contribuendo a espandere il morbo anche fra i civili.

La crisi economico-sociale

In tutti i Paesi europei gli anni della guerra e del primo dopoguerra furono caratterizzati da una profonda crisi economico-sociale. Tale crisi portò all’impoverimento delle masse popolari e alla rovina dei ceti piccolo-borghesi e di quanti vivevano di redditi fissi, mentre ne beneficiarono i grandi industriali, i banchieri, i grandi azionisti, che realizzarono alti profitti grazie alle commesse belliche statali e ai finanziamenti accordati alle industrie.

Alla fine della guerra il disagio sociale fu aggravato dalla difficoltà di reinserimento dei reduci di guerra nella normale vita civile. Molti di loro entrarono a far parte del “braccio armato” di movimenti autoritari e violenti come il Fascismo e il Nazismo, che fecero leva sul loro aggressivo malcontento e sulle competenze militari che avevano acquisito durante la guerra.

 

 

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