Garibaldi e l’impresa dei Mille.
Il regno delle Due Sicilie entrò in grande fermento e nel maggio del 1860 Garibaldi, con un migliaio di seguaci (le camicie rosse), partì da Quarto (in Liguria) per la Sicilia, che conquistò rapidamente, stabilendovi la propria dittatura.
Cavour, inizialmente ostile all’impresa, di fronte al suo successo accettò il fatto compiuto, cercando però di assicurarne i frutti al Piemontemonarchico. Il re borbone, Francesco II, dimostrò una totale incapacità politica e militare. Sbarcato in Calabria, Garibaldi entrò in settembre a Napoli, mentre le truppe piemontesi occuparono l’Italia centrale. Nella battaglia del Volturno (ottobre), i borbonici furono duramente sconfitti.
Garibaldi, in nome delle esigenze dell’unità nazionale, accettò, contro il parere di Mazzini, l’annessione del Mezzogiorno al Piemonte, incontrando Vittorio Emanuele a Teano (ottobre).
La proclamazione del Regno d’Italia.
Il 17 marzo 1861 il parlamento italiano proclamò re d’Italia Vittorio Emanuele II, decretando così la raggiunta unità nazionale (pur senza il Veneto e Roma), che fece nascere la nuova Italia dall’unione al Piemonte monarchico delle altre regioni.