Il ’68: filosofia, letteratura, cinema.

Herbert_MarcuseIl ’68: filosofia, letteratura, cinema.

La scuola di Francoforte.

Sul piano ideale fu forte l’influenza di Marx e Freud sul Sessantotto, in particolare alla luce dell’interpretazione fattane dalla cosiddetta Scuola di Francoforte, che esercitò un indubbio peso sui movimenti studenteschi. L’autore della Scuola di Francoforte più letto fu Herbert Marcuse, che negli anni Sessanta insegnava in una delle università californiane al centro della rivolta. Nelle sue opere Marcuse rivolse un’acuta critica alla civiltà tecnologica e al consumismo, che produce un falso appagamento e che crea nuove forme di controllo dell’individuo, solo apparentemente non coercitive.

La letteratura.

In Italia uno degli autori più esplicitamente influenzati dal Sessantotto fu Nanni Balestrini che con Vogliamo tutto (1971) riprese fin dal titolo un celebre slogan dell’epoca e narrò le vicende di un giovane operaio meridionale durante le lotte dell’autunno caldo del 1969 alla Fiat di Torino, utilizzando un linguaggio che attingeva largamente al parlato. Un altro autore fortemente legato al Sessantotto è il premio Nobel, del 1998, Dario Fo, che diede vita a un teatro di tipo politico, fortemente legato alle vicende contemporanee.

Gli scrittori statunitensi della cosiddetta beat generation riscossero nel ’68 grande successo di pubblico, perché incarnavano i valori di libertà individuale, anticonformismo e critica della società, statunitense propri dei movimenti studenteschi. Tra gli autori più noti Jack Kerouac, autore del romanzo On the road (Sulla strada 1957) e il poeta Allen Ginsberg.

easy_rider_1969La cinematografia.

Nell’ambito della cinematografia registi come Marco Bellocchio proseguirono una precedente tradizione di denuncia sociale, criticando aspramente la società dei consumi, di cui vennero mostrate ipocrisie e contraddizioni. Furono girati film caratterizzati da un forte impegno ideologico e da un linguaggio sperimentale, come Lotte in Italia (1970) di Jean-Luc Godard e Michelangelo Antonioni descrisse la contestazione negli Stati Uniti con Zabriskie Point (1970). Il cinema statunitense propose con Easy Rider (1969), di Dennis Hopper, un film che diventò uno dei simboli del movimento pacifista.

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