Il completamento dell’unificazione italiana.

Il completamento dell’unificazione italiana.

 

L’alleanza con la Prussia

Il completamento dell’unità nazionale richiedeva la conquista del Veneto, rimasto in mano austriaca.

L’occasione propizia fu data dall’alleanza con la Prussia, che voleva unificare la Gemania escludendone l’Austria. Così Prussia e Italia affrontarono gli austriaci nel 1866 e, nonostante le sconfitte dell’esercito (a Custoza) e della flotta italiana (a Lissa), grazie alla vittoria dei prussiani, l’Italia ottenne il Veneto (pace di Vienna).

La presa di Roma

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Conquistato il Veneto rimase da liberare Roma, sotto il dominio papale e difesa da truppe francesi. Il movimento democratico tentò in più occasioni di giungere alla sua liberazione, ma un primo tentativo guidato da Garibaldi fu fermato dall’esercito in Aspromonte, dove in un conflitto a fuoco fu ferito lo stesso Garibaldi. Nel 1867 un secondo tentativo fu stroncato dalle truppe francesi che sconfissero gli insorti a Mentana. Il momento favorevole giunse dopo la sconfitta francese nella guerra franco-prussiana: il 20 settembre 1870 le truppe regolari italiane, aperta una breccia a Porta Pia, entrarono a Roma che fu proclamata capitale del Regno d’Italia, dopo un plebiscito che ne confermò l’annessione.

La questione cattolica

Il governo italiano, fedele all’ideale risorgimentale di delineare una “libera Chiesa in libero Stato”, il 13 maggio 1871 varò la legge delle guarentigie che offrì un sistema di garanzie alla Chiesa, ma le rigide posizioni del papa Pio IX non giovarono al dialogo tra laici e cattolici, tanto più che egli vietò ai cattolici di partecipare alla vita politica (non expedit).

 

 

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