Il governo bolscevico.

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Rivoluzione russa

Dal governo bolscevico alla costituzione sovietica.

I provvedimenti del governo bolscevico.

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Una serie di decreti del Congresso dei Soviet deliberò:

  • l’avvento di una pace senza annessioni né indennità;
  • la nazionalizzazione delle grandi proprietà terriere e la distribuzione delle terre ai contadini;
  • il controllo operaio sulle fabbriche, l’istituzione di un governo di “commissari del popolo”.

Chiuso il Congresso, l’attività legislativa del nuovo governo proseguì : un decreto sospese la libertà di stampa, un altro creò la milizia operaia (poi Armata Rossa), un terzo proclamò l’eguaglianza e la sovranità dei popoli dell’ex Impero russo, riuniti volontariamente in un’Unione Sovietica (15 novembre), altri nazionalizzarono le banche e le industrie e soppressero il commercio privato.

L’Assemblea costituente.

Il governo bolscevico, benché ostile a un’Assemblea Costituente, non si oppose alla sua convocazione per il 5 (18) gennaio 1918. Guidata dai social-rivoluzionari, che ne costituivano la maggioranza, mentre i rappresentanti bolscevichi erano solo un quarto degli eletti, essa assunse un atteggiamento di netta opposizione ai recenti decreti governativi e rifiutò di riconoscere la legittimità del nuovo regime dei soviet. I bolscevichi, allora, abbandonarono l’assemblea e la fecero sciogliere con un intervento di forza, con due motivazioni: le liste elettorali erano state erano state stilate prima della rivoluzione; i soviet erano vera espressione della rivoluzione, mentre l’assemblea rappresentava il parlamentarismo borghese.

La pace di Brest-Litovsk.

brest-litovskNonostante forti resistenze interne, il 3 marzo 1918 fu firmato il trattato di Brest-Litovsk, un accordo che imponeva alla Russia la cessione di numerosi territori già occupati dalle truppe tedesche, comprendenti ben un terzo della popolazione e a circa metà degli impianti industriali del Paese.

L’accettazione di queste condizioni, definite “vergognose” dallo stesso Lenin, provocò la rottura tra bolscevichi e socialrivoluzionari di sinistra. Questi ultimi organizzarono una serie di attentati, tra cui l’assassinio dell’ambasciatore tedesco e un attentato a Lenin, nel quale il leader bolscevico restò gravemente ferito, e organizzarono un colpo di stato, che fu duramente represso.

Il governo sovietico varò drastiche misure per fronteggiare le enormi difficoltà causate dalla guerra, dal blocco economico imposto dagli Alleati e dalla controrivoluzione interna che si stava sviluppando.

La prima costituzione sovietica.

Il Quinto Congresso dei soviet, tenutosi a Mosca il 10 luglio 1918, promulgò la prima costituzione sovietica, che attribuiva la sovranità «all’intera popolazione lavoratrice del Paese, unita nei soviet delle città e delle campagne». Erano esclusi dal diritto di voto e di appartenenza ai soviet gli esponenti dei cosiddetti «ceti sfruttatori»: imprenditori che utilizzano mano d’opera salariata, proprietari terrieri che percepiscono rendite, commercianti, ecclesiastici, ex-poliziotti. Inoltre, nei Comitati Esecutivi e al Congresso Centrale dei soviet, la rappresentanza della popolazione urbana e di quella rurale era sbilanciata a favore delle città: un deputato ogni 25.000 elettori per le città, un deputato ogni 125.000 elettori per le campagne.

 

 

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