Il New Deal

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Il New Deal

 

 

L’elezione di F. D. Roosevelt

Fu in questo quadro che le elezioni presidenziali negli Stati Uniti del novembre portarono alla sconfitta di Herbert Hoover e alla vittoria di Franklin Delano Roosevelt, che pose al centro del suo programma elettorale una serie di interventi per far fronte alla situazione.

Insediatosi alla Presidenza degli Stati Uniti il 4 marzo del 1933, Roosevelt si trovò a fronteggiare un grave peggioramento delle condizioni del sistema bancario statunitense. Di fronte all’ampiezza del fenomeno, Roosevelt fece approvare l’Emergency Banking Act e poi il Banking Act (20 marzo 1933), cambiando radicalmente la politica economica del suo predecessore. 

Svalutazione del dollaro e spesa pubblica

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Ottenuti dal Congresso i pieni poteri in materia di politica finanziaria, il presidente impostò un programma di risoluti interventi governativi nella vita economica della nazione. 

La politica di Roosevelt fece leva sulla notevole svalutazione del dollaro e sulla spesa pubblica: fu intrapreso un vasto programma di opere pubbliche, ed ebbe inizio il New Deal (nuovo corso), un insieme di provvedimenti diretti a risolvere la crisi bancaria, a contenere ed eliminare la speculazione, riducendo lo strapotere dei grandi gruppi finanziari, ad alleviare la disoccupazione e a sostenere l’agricoltura. 

L’azione del governo Roosevelt si articolò in una serie di interventi:

  • riordino del sistema finanziario, dando più poteri alla Federal Reserve, creando un’agenzia incaricata di monitorare l’operato di Wall Street e abbandonando il sistema del Gold Exchange Standard; 
  • adozione di misure finalizzate ad aumentare i salari e a promuovere i consumi delle masse popolari (provvedimenti contro la povertà e a difesa dell’occupazione, sgravi fiscali per le classi meno ricche);
  • avvio di un imponente programma di lavori pubblici;
  • approvazione di leggi che miglioravano le condizioni di lavoro e limitavano lo strapotere del capitalismo oligopolistico (come l’adozione della settimana lavorativa di 40 ore, la garanzia di minimi salariali, nuove limitazioni del potere dei trust). 

Uno dei provvedimenti più significativi fu il Social Security Act, che introdusse una serie di misure di sicurezza sociale e di aiuti a coloro che si trovavano in condizioni di difficoltà.

La seconda fase del New Deal

Il programma presidenziale incontrò notevoli resistenze, tra cui la decisione della Corte suprema di giudicare incostituzionali due delle principali disposizioni: il National industrial recovery act (NIRA) nel 1935 e l’Agriculture adjustment act (AAA) nel 1936. 

Tutte le opposizioni furono però superate, grazie all’energico appoggio fornito al presidente dal movimento sindacale e in virtù della plebiscitaria rielezione del novembre 1936. 

Il “New Deal” ottenne importanti successi riuscendo a ridurre fortemente la disoccupazione e rimettendo in movimento l’economia americana, anche se il paese uscì realmente dalla depressione solamente con lo sviluppo della produzione bellica durante la Seconda guerra mondiale. 

Dopo la sua rielezione, Roosevelt avviò la seconda fase del New Deal, basata sulla creazione di nuovi posti di lavoro attraverso la realizzazione di opere di utilità sociale. 

Fu costituita un’agenzia governativa, la Works Progress Administration (Wpa) con il compito di elaborare programmi per la costruzione di edifici, strade, scuole e aeroporti. 

L’amministrazione Roosevelt coinvolse anche intellettuali, attori, scrittori, pittori e soprattutto fotografi, incaricati dal governo di realizzare specifici reportage sulle condizioni di vita dei cittadini americani e sugli interventi promossi dal governo.

 

 

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