Le conseguenze del crollo di Wall Street.

crisi del '29

Le conseguenze del crollo di Wall Street.

 

Il fallimento di banche e imprese 

Il crollo di Wall Street segnò l’inizio della Grande Depressione. La crisi borsistica si estese all’economia reale e al sistema produttivo: vi fu una serie di fallimenti di banche, di compagnie di assicurazioni e di imprese private, con il conseguente rapido aumento della disoccupazione e una forte diminuzione della domanda interna. Vi fu il fallimento a catena di imprese e il rapido impennarsi della disoccupazione (che passò da circa un milione e mezzo di unità a quattro milioni nel 1930, fino a toccare gli otto milioni nel 1931). 

I licenziamenti

Si innescò un circolo vizioso: chi aveva perso i propri risparmi per il fallimento delle banche, i propri investimenti per il crollo della Borsa, il proprio lavoro in seguito ai licenziamenti o alla chiusura delle fabbriche consumava sempre meno merci e questo alimentò la crisi delle industrie di beni di consumo, che licenziavano creando nuova disoccupazione e miseria, con conseguente ulteriore diminuzione dei consumi. E così via. Nel 1933 i disoccupati giunsero a superare i 12 milioni. 

Sia l’industria che l’agricoltura erano seriamente indebitate con le banche, che avevano ecceduto nei prestiti, confidando in una restituzione regolare e nel fatto che i risparmiatori non avrebbero ritirato i loro depositi ma anzi li avrebbero accresciuti. 

Molte imprese, messe in difficoltà dal calo delle vendite e dei prezzi, non furono più in condizione di pagare i debiti alle scadenze, mentre i risparmiatori chiedevano alle banche la restituzione di tutte o di parte delle somme depositate, determinandone il fallimento. 

La crisi dell’American way of life

crisi 29Molte famiglie, senza più assistenza finanziaria, impossibilitate a pagare i mutui fondiari, si videro addirittura espropriate della loro casa, mentre altre si trasferirono in località dove speravano di trovare lavoro. Nel romanzo di John Steinbeck, Furore, si narra il lungo viaggio che Tom Joad e la sua famiglia compiono dall’Oklahoma alla California. 

La politica di contenimento della spessa pubblica e di salvaguardia del valore della moneta (promossa dal presidente Hoover) può essere considerata una delle concause della crescente disoccupazione. Il crollo della Borsa aveva posto in drammatica evidenza la fragilità e le contraddizioni della prosperità americana degli anni Venti: i risparmi dei ceti medi furono bruciati nella speculazione borsistica, la crisi industriale espulse dalle fabbriche centinaia di migliaia di lavoratori, gli agricoltori dovettero fronteggiare prima le conseguenze della crisi economica poi quelle della siccità che travolse il Midwest con particolare intensità alla metà del decennio.

Nel 1933 milioni di americani erano disoccupati e le file per il pane erano un’immagine comune nella maggior parte delle città. In migliaia vagabondavano per le strade degli Stati Uniti alla ricerca di cibo, di lavoro e di rifugio. La crisi fece miseramente crollare l’illusione dell’American way of life.

 

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