Le prime fasi della guerra d’Indipendenza americana

Rivoluzione americana

Le prime fasi della guerra d’Indipendenza americana

>>> Rivoluzione americana

Lexington e Concord

Il sovrano Giorgio III adottò una linea intransigente e la situazione precipitò nel confronto armato. Il primo scontro tra le truppe regolari britanniche e le milizie del New England avvenne nell’aprile del 1775 nelle cittadine di Lexington e Concord. In quest’ultima cittadina, situata venticinque chilometri a nord-ovest di Boston i due capi radicali John Hancock e Samuel Adams avevano installato i depositi di armi e munizioni e i centri di reclutamento delle milizie. Il generale Thomas Gage inviò una colonna di truppe a Concord per distruggere i depositi e disperdere i miliziani. I soldati cercarono di sorprendere i ribelli ma alcuni patrioti partiti da Boston, tra cui Paul Revere, riuscirono ad avvertire in tempo Adams e Hancock, così le milizie poterono organizzare la difesa e opporre resistenza. Gli Inglesi costrinsero i patrioti a una temporanea ritirata ma poi sulla strada del ritorno a Boston furono attaccati più volte dagli Americani e subirono pesanti perdite.

La creazione dell’Esercito continentale

Il 10 maggio 1775 si riunì a Filadelfia il secondo Congresso Continentale. Su iniziativa dei rappresentanti più moderati il Congresso presentò una petizione al re per giungere a un compromesso con la madrepatria. La cosiddetta Olive Branch Petition, “petizione del ramoscello d’ulivo”, fu tuttavia duramente respinta da Giorgio III che rifiutò persino di leggerla. Il Congresso di Filadelfia promulgò anche un secondo documento, molto meno conciliante, la Declaration of the Causes and Necessity of Taking Up Arms nella quale venivano riassunti i motivi del contrasto con la Gran Bretagna che veniva accusata dell’aggressione militare. I delegati ribadivano risolutamente la legittimità della loro causa e confermavano la ferma decisione di difendere con le armi i loro diritti.  Il 10 maggio i miliziani Green Mountain Boys comandati da Ethan Allen e dal colonnello Benedict Arnold, attaccarono di sorpresa e conquistarono il Fort Ticonderoga mentre il 12 maggio gli uomini del colonnello Joseph Warren presero il forte Crown Point. Il 31 maggio fu creato l’Esercito Continentale il cui comando venne affidato al colonnello della milizia virginiana George Washington. Il 27 giugno 1775 il Congresso Continentale autorizzò, partendo dalle posizioni conquistate a Fort Ticonderoga, una vera e propria invasione del Canada ritenuto una pericolosa base di partenza per attacchi britannici. La campagna si risolse però in un fallimento.

La battaglia di Bunker Hill

Alla fine del mese di maggio il generale britannico Gage ricevette alcuni reggimenti di rinforzo e decise di fare un tentativo di rompere l’accerchiamento dei ribelli intorno a Boston, conquistando le posizioni strategiche di Bunker Hill e Breeds Hill. I generali britannici ritennero che i miliziani non fossero in grado di resistere ad un attacco delle truppe regolari. Il 17 giugno uno scontro di vaste proporzioni oppose Americani e Inglesi nella battaglia di Bunker Hill. Alla fine di aspri scontri i Britannici riuscirono finalmente a conquistare le colline ma con oltre un migliaio di perdite tra morti e feriti.

Il Prohibitory Act e la battaglia di Great Bridge

Il 23 agosto 1775 Giorgio III dichiarò con un apposito proclama lo “stato di ribellione” delle colonie e ordinò alle forze armate britanniche di reprimere con la forza la ribellione e di punire gli insorti. Il Parlamento britannico sostenne a grande maggioranza la posizione del re, nonostante le critiche di Charles James Fox e di pochi altri. Il 22 dicembre 1775 con l’approvazione del Prohibitory Act, fu decretato il blocco navale delle colonie, attivo a partire dal 1º marzo 1776. Dall’ottobre 1775 il comandante in capo delle truppe britanniche in America era il generale William Howe, che sostituì il generale Gage. In Virginia il governatore Lord Dunmore abbandonò la colonia, si rifugiò a bordo di una nave britannica e, dopo aver dichiarato il 7 novembre 1775 la legge marziale, fece intervenire un reggimento di truppe britanniche che attaccò i centri ribelli. Le milizie della Virginia furono mobilitate dall’energico Patrick Henry ed ebbero rapidamente la meglio. Dopo la disfatta di Great Bridge (9 dicembre 1775) Lord Dunmore fece bombardare Norfolk dalle navi, il 1º gennaio 1776, prima di lasciare definitivamente la Virginia.

La guerra nel 1776

Nei primi mesi del 1776 l’Esercito Continentale, nonostante l’impegno di Washington e dei suoi collaboratori, era ancora disorganizzato e male equipaggiato. La disciplina e l’armamento tuttavia erano stati migliorati. Inoltre, l’arrivo di oltre quaranta cannoni da fortezza trasferiti dal forte Ticonderoga a Boston dal colonnello Henry Knox aveva rafforzato lo schieramento americano. Così, tra febbraio e marzo del 1776 gli Inglesi abbandonarono Boston via mare. Il generale Howe, dopo aver evacuato Boston, trasferì le sue truppe ad Halifax in Canada dove intendeva riorganizzare le forze e attendere rinforzi dalla madrepatria. Dall’Europa erano in arrivo 10.000 mercenari tedeschi e 4.500 soldati britannici. Mentre il generale Howe preparava il suo corpo di spedizione, nel mese di giugno si concluse definitivamente con un disastro l’invasione americana del Canada. Intanto fallì la spedizione militare condotta dal generale britannico Henry Clinton negli stati meridionali americani. Il 28 giugno 1776 la squadra navale britannica attaccò il porto di Charleston ma fu duramente respinta e il generale Clinton si ritirò, per poi riunirsi alle forze principali di Howe.

I due eserciti

Gli Inglesi potenziarono l’esercito e reclutarono mercenari stranieri, principalmente i cosiddetti “Assiani” (Hessians), provenienti in gran parte dall’Assia-Kassel e dal Ducato di Brunswick.

Inizialmente gli Americani disponevano solamente di milizie volontarie reclutate dalle varie colonie, tra le quali gli elementi più preparati e motivati erano i minutemen del New England. Queste truppe tuttavia mancavano di organizzazione e disciplina, inoltre i miliziani venivano mobilitati solo per brevi periodi, 30-60 giorni, scaduti i quali i reparti si scioglievano.

Il Congresso di Filadelfia decise di costituire l’Esercito Continentale organizzando reggimenti regolari reclutati su base statale e messi a disposizione per il periodo della guerra. In un primo momento i soldati dell’Esercito Continentale erano reclutati su base volontaria per il servizio di un anno, ma nel 1777 si decise di prolungare la ferma a tre anni.

La differenza principale che emerse tra le tattiche adottata da Washington e quelle dei generali britannici fu quella della mobilità delle truppe. Le truppe britanniche erano addestrate, tenaci e coraggiose, ma utilizzavano le classiche tattiche della guerra settecentesca, che prevedevano lo spostamento di truppe pesantemente equipaggiate seguite dai carriaggi, l’avvicinamento al nemico e la carica alla baionetta dopo alcune raffiche. I reparti americani regolari, i cosiddetti continentals, invece, non essendo addestrati al combattimento di fila e con la baionetta, utilizzarono tecniche flessibili con rapidi movimenti sul campo di battaglia, mentre i miliziani erano impiegati soprattutto per attaccare i fianchi e le vie di comunicazione del nemico e per compiere imboscate. Nel 1780 arrivò in America un piccolo ma temibile corpo di spedizione francese che rafforzò in modo decisivo l’Esercito Continentale.

 

 

Print Friendly, PDF & Email