L’invasione dei Paesi Bassi e della Francia

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L’invasione dei Paesi Bassi e della Francia

Seconda guerra mondiale

 

La “strana guerra”

Dopo l’occupazione tedesca della Polonia l’esercito francese, che aveva tentato senza successo di intaccare le difese tedesche a occidente, si attestò sulla linea Maginot. Sul fronte occidentale, per più di otto mesi, le potenze occidentali e i tedeschi furono così inattivi che i giornalisti iniziarono nei diversi paesi a parlare di “strana guerra” (drôle de guerre=guerra farsa in Francia; Sitzkrieg=guerra seduta in Germania; ecc.). In mare la situazione fu più movimentata: gli U-Boot tedeschi affondarono diverse navi da guerra britanniche, ma soprattutto colpirono la navigazione mercantile.

Piani d’azione

L’esercito francese era ritenuto tra i più forti d’Europa. Tuttavia i generali francesi non erano andati oltre la mentalità difensiva ereditata dalla Prima guerra mondiale. Per fronteggiare un’eventuale offensiva tedesca i francesi facevano affidamento sulla linea Maginot, una grande catena di fortificazioni dotata di servizi sotterranei di approvvigionamento e di comunicazione, collegati da linee ferroviarie, con i cannoni puntati verso la frontiera tedesca. Essa andava dalla frontiera svizzera fino a quella belga, a sud della foresta delle Ardenne.

Dall’ottobre 1939 al marzo 1940 i francesi si prepararono ad affrontare un’offensiva tedesca attraverso il Belgio. In effetti queste erano le intenzioni iniziali di Hitler, che voleva lanciare l’offensiva nel novembre del 1939. Tuttavia una serie di circostanze, tra cui il maltempo e le esitazioni dei suoi generali, lo costrinsero a rinviare l’attacco. Nel marzo 1940 Hitler accolse l’audace piano d’azione del generale Erich von Manstein, che prevedeva di lanciare l’offensiva principale con le forze corazzate attraverso le Ardenne, da molti generali ritenuta impraticabile.

L’attacco tedesco

Dopo la fase di stallo, il 10 maggio 1940 iniziò l’operazione Fall Gelb (“caso giallo”), l’attacco tedesco sul fronte occidentale. Le truppe del generale Wilhelm von Leeb furono poste di fronte alla linea Maginot in modo da dissuadere i francesi dal distogliere le forze da essa. 

Poi la Wehrmacht invase l’Olanda, che cadde dopo cinque giorni, e nel contempo furono sferrati attacchi aerei contro il Belgio, con l’occupazione di una sua fortezza di frontiera. Francesi e inglesi entrarono nel paese per formare una linea di difesa, ma il Belgio dopo due settimane fu costretto ad arrendersi. 

Tuttavia, l’azione principale doveva svolgersi attraverso la foresta delle Ardenne, dove i tedeschi concentrarono carri armati, camion, truppe motorizzate e fanteria. Le truppe comandate dal generale Gerd von Rundstedt erano formate da 44 divisioni, di cui sette Panzerdivisionen (Divisioni corazzate), con 27 divisioni di riserva. Esse contavano più di 1.500.000 uomini e più di 1.500 carri armati. 

I tedeschi, contro le previsioni francesi, incredibilmente riuscirono nell’impresa, muovendo le loro colonne di carri armati attraverso quel difficile itinerario. Mentre le divisioni corazzate usavano le strade disponibili attraverso la foresta, le divisioni di fanteria si mossero al loro fianco attraverso i campi e i sentieri nei boschi. Queste ultime marciarono così velocemente da raggiungere il fiume Mosa solo un giorno dopo le divisioni corazzate.

Le operazioni decisive furono quelle del Panzergruppe Kleist del generale Ewald von Kleist (che comprendevano cinque divisioni corazzate di Heinz Guderian e tre divisioni motorizzate di Georg-Hans Reinhardt), che furono la punta avanzata della penetrazione nelle Ardenne. La sera del 12 maggio i tedeschi avevano attraversato la frontiera franco-belga e si affacciavano sul fiume Mosa, nel tratto meno fortificato di tutto il fronte francese. Il 13 maggio le forze di Kleist attraversarono il fiume Mosa, nei pressi di Sedan, grazie agli intensi bombardamenti dell’aviazione tedesca contro i difensori francesi. Dopo che i carri armati ebbero attraversato, Guderian allargò la testa di ponte di Sedan e respinse i contrattacchi francesi. Il 15 maggio sfondò le difese francesi e si diresse a ovest, verso il Canale della Manica. 

Benché i suoi superiori cercassero di rallentare una così rapida avanzata, ritenendola pericolosa, la spinta tedesca sbaragliò i francesi. I carri armati di Guderian attraversarono il fiume Oise il 17 maggio e raggiunsero Amiens due giorni dopo, mentre il 20 maggio raggiunsero Abbeville. Il 22 maggio Guderian si diresse verso Calais e Dunkerque, contemporaneamente a Reinhardt.

L’evacuazione da Dunkerque

I carri armati di Guderian travolsero Boulogne e Calais e stavano attraversando la linea di difesa del canale vicino a Dunkerque quando il 24 maggio un ordine personale di Hitler fermò la loro avanzata.  Dunkerque era l’unico porto disponibile per il ritiro del BEF (British Expeditionary Force= Corpo di spedizione britannico) perciò il governo britannico decise il ritiro delle truppe e la Royal Navy fece ricorso a ogni tipo di imbarcazione per evacuarle. L’operazione, realizzata con la copertura dei caccia della Royal Air Force, si concluse il 4 giugno, permettendo di salvare oltre 300.00 soldati tra britannici, francesi e belgi, ma l’equipaggiamento pesante dovette essere abbandonato.

D’altra parte, l’evacuazione fu possibile anche grazie all’ordine di Hitler di fermare Guderian, che molti storici hanno ritenuto inspiegabile. Le ipotesi principali sulle ragioni di quell’ordine sono due: 

  • Hermann Göring, capo della Luftwaffe, assicurò erroneamente a Hitler che l’aviazione tedesca avrebbe potuto da sola distruggere le truppe alleate intrappolate sulle spiagge di Dunkerque; 
  • Hitler credeva che gli inglesi avrebbe accettato più facilmente la pace se le loro truppe non fossero state costrette a una resa umiliante. 

I tedeschi iniziarono una nuova offensiva il 5 giugno dalle loro posizioni sulla Somme. I francesi resistettero strenuamente per due giorni, ma il 7 giugno i carri armati tedeschi nel settore più occidentale, guidati dal maggiore generale Erwin Rommel, sfondarono verso Rouen e il 9 giugno superarono la Senna, mentre l’11 giugno attraversarono la Marna.

L’entrata in guerra dell’Italia e l’armistizio

L’Italia, impreparata alla guerra, quando Hitler aveva attaccato la Polonia, aveva dichiarato la sua “non belligeranza” ma ora Mussolini, di fronte ai clamorosi successi tedeschi e all’evidente crollo della Francia, decise che era giunto il momento di intervenire, per raccogliere i frutti del Patto d’Acciaio che lo legava alla Germania. Così, il 10 giugno 1940 l’Italia dichiarò guerra alla Francia e alla Gran Bretagna, quando ormai la Francia era stata sconfitta.

I tedeschi entrarono a Parigi il 14 giugno 1940 e si stavano dirigendo ancora più a sud lungo i confini occidentali e orientali della Francia. Due giorni dopo erano nella valle del Rodano. Nel frattempo, il generale francese Maxime Weygand fece pressione per un armistizio, sostenuto dai principali comandanti. Il presidente del consiglio Paul Reynaud si dimise il 16 giugno e il maresciallo Philippe Pétain formò un nuovo governo. Nella notte del 16 giugno la richiesta francese per un armistizio fu trasmessa a Hitler, mentre continuava l’avanzata tedesca. Infine, il 22 giugno 1940, a Rethondes, nello stesso vagone ferroviario dove era stato firmato l’armistizio del 1918, Hitler in persona ricevette i plenipotenziari del governo Pétain per la firma della capitolazione della Francia. L’armistizio franco-italiano fu firmato il 24 giugno.


La Repubblica di Vichy

La Francia fu divisa in due zone: una sotto occupazione militare tedesca e una sotto sovranità francese. La zona occupata comprendeva tutta la Francia settentrionale dalla frontiera nordoccidentale della Svizzera alla Manica e dalle frontiere belga e tedesca all’Atlantico, insieme a una fascia che si estendeva dalla bassa Loira verso sud lungo la costa atlantica fino all’estremità occidentale dei Pirenei. 

Nella Francia centro-meridionale, che comprendeva solo i due quinti del territorio francese, s’insediò un governo “collaborazionista” con capitale Vichy guidato da Philippe Pétain (Repubblica di Vichy). Intanto, dal 18 giugno 1940 il generale Charles de Gaulle cominciava a trasmettere da Londra i suoi appelli alla radio per la continuazione della guerra.

Francia occupata

 

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