M. Buber Neumann, Tra timore e speranza

Prigioniera

M. Buber Neumann, Tra timore e speranza – Capitolo quarto

> Margarete Buber Neumann, Prigioniera di Stalin e di Hitler

 

Margarete viene condotta al campo di smistamento di Karaganda, dove le cose sono rimaste pressoché invariate. Incontra alcune tedesche, che sembrano destinate alla sua stessa, ignota, sorte. La speranza è quella di poter essere liberate, ma il trattamento loro riservato fa sorgere molti dubbi nelle prigioniere tedesche, circa il loro destino. [“Ritorno al centro di smistamento”.]

Le detenute tedesche, tra cui Margarete, lasciano il campo di Karaganda, raggiungono la stazione e salgono su un treno diretto a Mosca. Durante il viaggio Margarete è piena di speranza, mentre la signora Fon, che viaggia con lei, è piuttosto scettica. Sul treno i passeggeri chiedono alle donne quale sia la loro provenienza, ma la risposta non può che essere un eloquente silenzio. Il trattamento riservato alle detenute durante il viaggio è sorprendentemente gentile, tanto che possono, dopo tanto tempo, saziare la loro fame. Giunte alla stazione di Mosca, la giovane sorvegliante che le scorta offre loro gelato e varie prelibatezze. [“Partenza da Karaganda”.]

Uscite dalla stazione, le prigioniere vengono fatte salire su un “corvo nero” che le conduce alla Butirka. Nella prigione le donne vengono trattate in modo insolitamente gentile: possono lavarsi a piacimento con acqua calda e il cibo è ottimo e abbondante, se paragonato al trattamento precedente. I letti sono puliti e senza cimici o pidocchi, così come gli indumenti, mentre le sorveglianti hanno un atteggiamento benevolo. Le prigioniere sono stupite da quel che sta loro accadendo e sono di umore lieto, anche se si chiedono che cosa si celi dietro tutto questo. Nella cella ci sono Carola Neher e Zenzl Mühsam, accusate di essere spie trockiste. Zenzl Mühsam, moglie di un famoso scrittore anarchico morto in un lager tedesco, sospetta che i russi vogliano consegnarle ai nazisti. L’ex deputata comunista Roberta Gropper, arrestata con l’accusa di far parte del gruppo Neumann, si chiede il perché di quanto le sta accadendo e implora Margarete di non raccontare all’estero quanto accade in Unione Sovietica, perché “…Non puoi togliere ai lavoratori le loro illusioni, la loro ultima speranza!”. Nina, una ballerina classica, di tanto in tanto esce dal suo torpore e si esibisce, suscitando l’ammirazione di una sorvegliante. Le detenute si ammalano di dissenteria e vengono persino curate da un medico e da due infermiere. Si chiedono quale nuovo valore abbia assunto la loro vita per la polizia segreta russa. [“Nuovo approdo alla Butirka”.]

Alcune prigioniere vengono di volta in volta prelevate e le componenti residue del gruppo trovano il modo di comunicare con loro scrivendo messaggi su una mattonella del lavatoio. Anche Margarete, assieme ad alcune compagne, viene scortata nell’ufficio della N.K.V.D. dove alcuni ufficiali, dopo averle chiesto del suo stato di salute, le chiedono se abbia parenti in Germania, come del resto fanno con le. altre. Poi le detenute vengono introdotte in una cella, dentro la quale trovano Carola Neher in lacrime. La ragazza è disperata, perché i funzionari della N.K.V.D. le hanno proposto di diventare una spia russa e lei ha sdegnosamente rifiutato, così ora teme ritorsioni. Il capocorridoio minaccia le detenute di una dura punizione, perché sono state scoperte le loro scritte sul muro del lavatoio. Tuttavia nulla accade e anzi le prigioniere vengono condotte prima dal barbiere poi in una stanza a scegliere abiti fuori moda e biancheria. Le detenute sperano disperatamente nella libertà, ma in realtà non sanno che cosa le aspetti. [“Che sarà di noi?”.]

Un mattino Margarete e le compagne vengono convocate, tranne Carola. I funzionari dell’N.K.V.D. le chiedono di firmare un documento in cui le si comunica l’espulsione dall’Unione Sovietica, ma non le forniscono indicazioni sulla destinazione. La sua compagna Klara Veter si dice disposta a firmare solo se le ridaranno la sua bambina. I funzionari le dicono di scrivere una petizione, cosa che fa con l’aiuto di Margarete che conosce il russo. Klara non parte quel giorno e Margarete riferisce di aver saputo, incredula, che era in seguito tornata a Berlino Est e che aveva sposato il ministro per la Sicurezza interna. Margarete e la compagna Betty Olberg vengono fatte salire su un “corvo nero” occupato da detenuti, poi su un treno. Spera inutilmente che tra loro possa esserci Heinz o che sappiano qualcosa di lui. La direzione del treno è la Polonia ma i detenuti confidano in una deviazione verso la Lituania. I prigionieri cantano e sono allegri, fin quando si accorgono che il treno ha superato Minsk e prosegue verso la Polonia. Tutti perdono la voglia di mangiare e di cantare, la paura serra loro la gola, perché hanno capito che saranno consegnati ai Nazisti. [“Partenza per l’ignoto”.]

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