Unione europea: dal Patto di Roma a fine anni Ottanta

Unione europea

Dal Patto di Roma alla fine degli anni Ottanta

 

Visto il successo della CECA, i sei paesi fondatori estesero la loro cooperazione ad altri settori economici. La formalizzarono siglando due trattati (Roma, 25 marzo 1957), che istituirono rispettivamente la Comunità economica europea (CEE) e la Comunità europea dell’energia atomica (Euratom). 

La creazione della Comunità economica europea, rafforzò il processo di integrazione e fu un progetto non solo economico ma anche politico, perché istituiva specifici organi con competenze nuove a carattere sovranazionale per coordinare le politiche europee in materia di energia atomica e per abolire progressivamente le tariffe doganali e le altre limitazioni. 

Dopo l’istituzione della Comunità economica europea e della Comunità europea dell’energia atomica, l’Assemblea comune della CECA si estese a tutte e tre le comunità e tenne la sua sessione costitutiva il 19 marzo 1958 a Strasburgo con il nome di Assemblea parlamentare europea, per poi essere denominata Parlamento europeo a partire dal 30 marzo 1962.

Il MEC

Il Mercato comune europeo (MEC), entrato in vigore nel gennaio 1958, stabilì il graduale abbassamento delle tariffe doganali fino alla libera circolazione delle merci, l’adozione di tariffe comuni verso i paesi esteri, la libera circolazione della forza lavoro e dei capitali, il coordinamento delle politiche agricole e dei trasporti.

La Gran Bretagna, che non condivideva questa prospettiva economico-politica, promosse un’iniziativa alternativa con la creazione, nel 1960, dell’Efta (European Free Trade Association), una zona di libero scambio cui aderirono Svezia, Svizzera, Norvegia, Danimarca, Austria, Portogallo. 

Il successo economico del Mec fu subito evidente: aumentarono gli scambi tra i sei paesi tanto da attirare capitali americani. Quando la Gran Bretagna chiese l’ingresso nella Comunità nel 1963, il Presidente francese Charles de Gaulle bocciò la richiesta. De Gaulle non condivideva le tesi federaliste e mirava a creare un’Europa confederata, sotto l’influenza franco-tedesca. Il processo d’integrazione subì una battuta d’arresto, per poi riavviarsi negli anni Settanta, dopo il ritiro di De Gaulle dalla politica, quando la Francia abbandonò il veto all’ingresso della Gran Bretagna nella Comunità europea. Nel 1973 la Comunità allargò in maniera consistente la propria area con l’ingresso di Regno Unito, Irlanda e Danimarca così da formare l’Europa dei Nove.

In seguito al conflitto arabo-israeliano, nel 1973, i paesi del Medio Oriente produttori di petrolio imposero forti aumenti di prezzo e limitarono le vendite a determinati paesi europei. Gli anni Settanta furono caratterizzati dalla crisi energetica e le crescenti difficoltà economiche resero evidenti le differenze fra gli Stati (Europa a due velocità) rallentando il processo d’integrazione.

Il Parlamento europeo

Nel 1974 fu compiuto a Parigi un passo importante nella direzione dell’integrazione politica della CEE. Fu stabilito di dar luogo a incontri regolari dei ministri degli Esteri e alla formazione di un Consiglio europeo costituito dai capi di Stato e di governo, vincolato nelle decisioni al principio dell’unanimità. Fu deciso altresì di far eleggere a suffragio universale ogni cinque anni il Parlamento europeo (però con poteri solo consultivi), con sede a Strasburgo, così da dare al processo di integrazione una nuova legittimazione democratica.

Nel 1979 si svolsero le elezioni a suffragio universale del Parlamento europeo, ma esso era subordinato alle decisioni dei governi nazionali. Tuttavia, per la prima volta i cittadini europei elessero direttamente i membri del Parlamento europeo, mentre prima di allora gli eurodeputati erano delegati dai parlamenti nazionali. Gli eurodeputati si organizzano in gruppi politici europei e non in delegazioni nazionali.

Il Sistema monetario europeo

Alla conferenza dell’Aia del 1969 i paesi aderenti alla CEE avevano concordato di procedere ulteriormente verso un’integrazione anche monetaria. Solo alla fine del 1978 si giunse all’approvazione del Sistema monetario europeo (SME), entrato in vigore l’anno successivo, con il quale venne fissata una banda concordata di oscillazione dei cambi delle varie monete nazionali. Furono inoltre previsti meccanismi d’intervento comuni, un fondo per gli interventi di sostegno alle monete più deboli e la definizione di un’unità di conto europea, l’Ecu, embrione di una futura moneta unica. 

Gli anni Ottanta

Sebbene i dazi doganali fossero scomparsi nel 1968, gli scambi commerciali non attraversavano liberamente le frontiere tra i paesi membri, a causa delle differenze tra le normative nazionali. Nel luglio 1987 fu varato l’Atto unico europeo, che prevedeva di risolvere questi ostacoli e di creare, dall’inizio del 1993, un mercato unico con la libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali, rafforzando i poteri della Comunità europea nel campo della tutela dell’ambiente e della ricerca scientifica e tecnologica. Nacque così un mercato di oltre 320 milioni di consumatori. 

Il 13 giugno 1987 fu avviato il programma Erasmus, con l’obiettivo di finanziare gli studenti universitari che desiderassero studiare in un altro paese europeo. Da allora, il programma ha offerto a oltre 10 milioni di persone la possibilità di studiare, formarsi, fare volontariato o acquisire esperienza lavorativa all’estero.

In seguito all’adesione della Grecia nel 1981 e della Spagna e del Portogallo nel 1986, i paesi membri della Comunità europea divennero dodici. Un orizzonte nuovo per la Comunità europea si aprì tra il 1989 e il 1991 con la caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989) e il crollo dei regimi comunisti dell’Europa Orientale.

L’Unione europea                               

Unione Europea

 

Print Friendly, PDF & Email