Finlandia, Norvegia e Danimarca

Finlandia

Finlandia, Norvegia e Danimarca

Seconda guerra mondiale

 

Gli stati baltici e la guerra russo-finlandese

Il 10 ottobre 1939 l’URSS costrinse Estonia, Lettonia e Lituania ad ammettere guarnigioni sovietiche nei loro territori, per poi annetterle nel 1940. La Finlandia invece rifiutò di accettare le richieste territoriali dell’URSS, benché compensate con altre aree. Così, il 30 novembre 1939 le truppe sovietiche attaccarono il paese. Gli invasori furono inizialmente respinti su tutti i fronti. Sull’istmo careliano, le massicce fortificazioni in cemento armato della linea Mannerheim bloccarono le forze sovietiche. I russi sottovalutarono la capacità di resistenza dei finlandesi e gli ostacoli naturali del territorio costituiti dai numerosi laghi e foreste. 

Tuttavia, il 1° febbraio 1940 l’Armata Rossa lanciò 14 divisioni in un grande assalto, con un massiccio bombardamento di artiglieria. Dopo circa quindici giorni fu aperta una breccia attraverso la linea Mannerheim. Il 6 marzo la Finlandia chiese la pace e una settimana dopo furono accettate le condizioni dei russi: i finlandesi dovettero cedere l’intero istmo careliano, Viipuri (Vyborg) e la loro parte della penisola di Rybachy.

 

L’occupazione tedesca di Norvegia e Danimarca

Il 9 aprile 1940 iniziò l’invasione della Norvegia (Operazione Weserübung). Le forze del Terzo Reich puntavano a occupare i porti norvegesi, prevenendo un imminente intervento britannico, per garantire all’industria bellica tedesca i rifornimenti di ferro, che dalle miniere svedesi arrivava a Narvik in Norvegia e per garantirsi il controllo del Mare del Nord.

L’esercito tedesco occupò Oslo e Trondheim, grazie anche ai bombardamenti aerei della Luftwaffe che avevano distrutto le esili difese norvegesi. Il 9 aprile buona parte del paese era già stata occupata: mancava solo lo sbarco nel porto minerario di Narvik, che avvenne entro la giornata. Nella stessa giornata, i tedeschi in poche ore occuparono la Danimarca, che non oppose resistenza.

Il 14 aprile truppe anglo-francesi iniziarono a sbarcare a Narvik e poco dopo anche a Namsos e ad Åndalsnes. I combattimenti a Narvik proseguirono fino a fine di maggio, ma nel frattempo l’offensiva tedesca in Francia costrinse le truppe alleate a ritirarsi. Hitler si assicurò così le forniture di ferro dalla Svezia, che assunse un atteggiamento di neutralità filotedesca, e ottenne basi navali e aeree con cui poteva colpire la Gran Bretagna.

Durante la guerra i norvegesi portarono avanti una serie di attività di resistenza, sia sul piano militare sia su quello della disobbedienza civile. La popolazione non riconobbe alcuna legittimità al regime collaborazionista di Vidkun Quisling e all’amministrazione del Reichskommissar Josef Terboven, mentre manifestò il suo sostegno al governo norvegese in esilio.

Seconda guerra mondiale

 

 

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