Nazismo: dirigismo e spazio vitale

Dirigismo economico e Spazio vitale

La politica economica: il dirigismo economico

Per fronteggiare le gravi conseguenze della crisi del 1929, che aveva favorito l’ascesa al potere di Hitler, fu realizzata dal regime una politica di massiccio intervento statale in campo economico (dirigismo). La Germania si riprese economicamente, grazie alla produzione di armamenti e alle grandi opere pubbliche, che ridussero e quasi eliminarono la disoccupazione, guadagnando al regime un indubbio consenso di massa. I rapporti tra i trust industriali, come quello dei Krupp e della Farben, e il nazismo si rafforzarono, perché il regime proibì gli scioperi operai, favorì l’industria con le commesse pubbliche e il potenziamento della produzione bellica. Gli industriali, favoriti e protetti, si sottomisero di buon grado alla pianificazione economica statale, che iniziò nel 1936 con il primo piano quadriennale. Gli operai ebbero bassi salari, ma in compenso ottennero lavoro sicuro e stabile.

La politica estera: Spazio vitale e Grande Germania

Hitler si propose di attuare un programma di politica estera fondato sulle idee dello Spazio vitale e di una Grande Germania capace di affermare la superiorità della razza tedesca-ariana. Esso aveva come obiettivo immediato la revisione del trattato di Versailles, la successiva annessione alla Germania dei paesi europei in cui vi fossero minoranze tedesche, la conquista dell’Europa orientale e l’assoggettamento dei popoli slavi. 

Fin dalla sua ascesa al potere Hitler dichiarò di non voler rispettare i trattati di pace e fece uscire la Germania dalla Società delle nazioni. Francia e Gran Bretagna adottarono una politica di appeasement (pacificazione) facendo concessioni alla politica aggressiva del dittatore tedesco.

Alcune delle clausole del Trattato di Versailles del 1919 proibivano alla Germania di mantenere truppe nella zona de-militarizzata della Renania – una regione della Germania occidentale confinante con la Francia, il Belgio e parte dell’Olanda. In aperta violazione del trattato, il 7 marzo 1936 Hitler ordinò alle truppe tedesche di rioccupare la Renania. Sia la Gran Bretagna che la Francia condannarono ufficialmente quell’atto, ma non fecero nulla per far osservare il Trattato. 

Nel marzo del 1938, quando l’Italia era ormai alleata della Germania, Hitler procedette all’annessione (Anschluss) dell’Austria.

Il Patto di Monaco (1938) concesse alla Germania l’occupazione della regione dei Sudeti, appartenente alla Cecoslovacchia e abitata in prevalenza da tedeschi. Il territorio dei Sudeti fu occupato in ottobre del 1938 e pochi mesi dopo la Germania occupò l’intera Cecoslovacchia, venendo meno agli impegni presi.

Poi fu la volta della contesa relativa al “corridoio di Danzica”, della successiva aggressione tedesca alla Polonia e dell’inizio della Seconda guerra mondiale…

 

 

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