Napoleone: gli inizi di un mito

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Napoleone: gli inizi di un mito

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Napoleone Bonaparte nacque ad Aiaccio il 15 agosto 1769, da Carlo Buonaparte e da Letizia Ramolino, secondo di otto fratelli, cinque maschi (Giuseppe, Napoleone stesso, Luciano, Luigi, Girolamo) e tre femmine (Elisa, Paolina, Carolina).

Napoleone frequentò il collegio di Autun (1778) e la scuola militare di Brienne (1779) dove rimase cinque anni, dalla quale passò nel 1784 a quella di Parigi.

L’anno successivo fu mandato a Valenza nella compagnia dei bombardieri del reggimento di La Fère. Qui Bonaparte studiò balistica, tattica, strategia e divenne ufficiale di artiglieria. Avido di sapere, studiò la matematica, la storia e la geografia, si occupò di diritto e di politica, lesse i capolavori latini e francesi, i filosofi illuministi e in particolare Rousseau.

Si entusiasmò per la causa della democrazia corsa patrocinata dal patriota Pasquale Paoli. Aderì poi alla Rivoluzione francese arruolandosi nella Guardia nazionale di Ajaccio.

Nel 1793 si staccò dal movimento indipendentista di Paoli per rimanere fedele alla Francia rivoluzionaria, così fu costretto con la famiglia a rifugiarsi in Francia. Nel settembre 1793, da poco nominato capitano, a capo dell’artiglieria contribuì in modo determinante alla riconquista della città di Tolone, occupata dai monarchici e dagli Inglesi, ottenendo così la promozione a generale di brigata con l’appoggio di Augustin Robespierre, fratello del noto Maximilien.

Caduto Robespierre (1794), dopo il 9 termidoro Napoleone fu arrestato ma fu presto rimesso in libertà e, dopo un periodo di emarginazione, fu ammesso nella cerchia dell’uomo forte del Direttorio, Paul Barras.

Su incarico di Barras represse senza scrupoli l’insurrezione monarchica parigina del 13 vendemmiaio (5 ottobre 1795), guadagnandosi la nomina a generale di divisione e comandante dell’Armata dell’interno. In quel periodo Napoleone incontrò la bella creola Giuseppina Tascher de la Pagerie, vedova del generale Beauharnais e amica di Barras, che sposò il 9 marzo 1796. Qualche giorno prima il Direttorio lo nominò comandante in capo dell’armata d’Italia.

 

 

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