Napoleone Bonaparte

Napoleone

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Sway – Napoleone Bonaparte

Napoleone Bonaparte

Napoleone: gli inizi di un mito

La prima Campagna d’Italia

La spedizione in Egitto

La seconda Campagna d’Italia 

Il colpo di Stato del 18 brumaio

Politica interna e politica estera di Napoleone

Dal blocco continentale alla battaglia di Lipsia 

Il codice civile e le riforme

L’impero napoleonico e la terza coalizione

Quarta coalizione e blocco continentale

Guerra in Spagna e quinta coalizione

L’apogeo dell’impero napoleonico

Sesta coalizione, Lipsia, l’esilio all’Elba

La campagna di Russia

I Cento giorni, la battaglia di Waterloo, Sant’Elena

L’Emilia-Romagna nell’età napoleonica

Strategia militare di Napoleone


NAPOLEONE BONAPARTE nacque in CORSICA nel 1769, fece carriera militare e divenne generale di brigata durante la rivoluzione francese. Represse militarmente, per conto del Direttorio, un’insurrezione monarchica (5 ottobre 1795). Nel 1796 Napoleone ottenne il comando dell’esercito destinato alla CAMPAGNA D’ITALIA. Sconfisse prima l’esercito piemontese poi quello austriaco e l’Austria fu costretta a firmare il TRATTATO DI CAMPOFORMIO (18 ottobre 1797) che prevedeva: l’annessione del Belgio e della riva a occidente del Reno alla Francia; la nascita della REPUBBLICA CISALPINA (Lombardia ed Emilia-Romagna) e della REPUBBLICA LIGURE alleate della Francia; la Repubblica Veneta fu invece ceduta all’Austria. 

In Italia gli intellettuali, la borghesia e i nobili progressisti accolsero i Francesi come liberatori, ma spesso ne furono delusi. Nel novembre 1797 Napoleone rientrò in Francia da trionfatore, dopo avervi fatto pervenire ricchezze e tesori d’arte prelevati dall’Italia. I Francesi realizzarono alcune riforme e l’influenza francese si estese nel corso del 1798, con la proclamazione della Repubblica Romana, che abbatté il potere temporale del Papa, e della Repubblica partenopea.

Nel 1798 il Direttorio assegnò a Napoleone il comando di una SPEDIZIONE IN EGITTO, finalizzata a danneggiare l’economia della Gran Bretagna e a controllare il commercio con l’Oceano indiano. La campagna iniziò con le vittorie contro i mamelucchi alle Piramidi e nel maggio 1799 Napoleone conquistò l’Egitto. Ma la flotta francese fu distrutta dagli Inglesi nel porto di ABUKIR (1° agosto) e Napoleone fu bloccato in Egitto. 

Inghilterra, Russia e Austria si coalizzarono contro la Francia e le truppe austro-russe occuparono l’Italia restaurando i vecchi governi. In Meridione cadde la Repubblica partenopea, riconquistata dai Borbone. La Francia stessa fu minacciata di invasione, così Napoleone, lasciata l’armata in Egitto, sfidò il blocco navale britannico raggiungendo la Francia. 

Il 9 novembre 1799 (18 brumaio dell’anno VIII repubblicano) fece un COLPO DI STATO, che diede origine al Consolato, di cui NAPOLEONE FU PRIMO CONSOLE. 

Napoleone creò un regime autoritario, introducendo tuttavia importanti riforme sul piano sociale, istituzionale e giuridico, recepite nel Codice di commercio e nel CODICE CIVILE (“Codice napoleonico”). Egli godette del consenso dell’alta e media borghesia, che voleva uno Stato forte ed ordinato. Il Codice civile consentì alla Francia e agli altri paesi sotto influenza francese di avere una legislazione sicura e chiara, valida su tutto il territorio nazionale. Esso tutelava l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, il carattere assoluto e inviolabile della proprietà privata, la libera iniziativa economica. Fu stimolato lo sviluppo dell’industria e furono imposte elevate tariffe doganali per scoraggiare l’importazione di manufatti.

Sul piano militare, Napoleone fronteggiò la seconda coalizione sconfiggendo gli austro-russi a MARENGO (giugno 1800) e costringendoli alla pace di Lunéville (1801). Riconquistò l’Italia, dove nel 1802 nacque la REPUBBLICA ITALIANA, di cui lo stesso Napoleone divenne presidente. Anche la Gran Bretagna fu indotta dalla supremazia militare napoleonica a desistere e ad accettare la pace di Amiens (1802).

La FONDAZIONE DELL’IMPERO (1804) segnò l’apice del successo di Napoleone, anche se l’anno successivo ricominciò la guerra contro la terza coalizione, costituita dai britannici con la Prussia, l’impero russo e quello asburgico. La flotta inglese, guidata da Nelson prevalse a TRAFALGAR (1805), riaffermando la sua superiorità sui mari, ma Napoleone nello stesso anno costrinse gli Austriaci alla resa prima a Ulm, poi sconfisse gli eserciti coalizzati ad AUSTERLITZ. 

La pace di Presburgo (26 dicembre 1805) allargò i confini dell’impero francese secondo tre linee: 

1) nuove annessioni (Liguria, Toscana, Parma, Lazio); 

2) costituzione di monarchie satelliti della Francia (fratelli di Napoleone: Luigi-re d’Olanda; Giuseppe re di Napoli; Gerolamo-regno tedesco di Westfalia); 

3) intervento negli affari della Germania: creazione della Confederazione del Reno sotto protettorato francese e alleanza con il re di Sassonia (che ottenne il Granducato di Varsavia).

Nel 1806 Napoleone decretò il BLOCCO CONTINENTALE, che prevedeva il blocco totale delle relazioni commerciali fra l’Inghilterra e l’Europa sotto egemonia francese, con lo scopo di mandare in rovina l’economia inglese per costringere la Gran Bretagna ad accettare le sue condizioni di pace. Il blocco continentale non ebbe il successo sperato, perché l’Inghilterra deteneva il monopolio dei commerci di molti prodotti, provenienti dalle sue colonie. 

La pace di Tilsit (1807) divise l’Europa in due parti, segnando così il limite tra il dominio francese e l’impero russo. Le guerre della quinta coalizione si conclusero col trattato di Schönbrunn (1809), mediante il quale l’Austria di Metternich tentò una politica di avvicinamento. Napoleone, dopo aver divorziato da Giuseppina Beauharnais, nel 1810 sposò la figlia di Francesco I d’Austria, MARIA LUISA D’ASBURGO, che gli diede l’anno successivo l’erede tanto atteso (Napoleone II). Così, anche l’Austria, fino ad allora acerrima nemica dell’imperatore, entrò nell’orbita dell’influenza francese.

L’impero napoleonico raggiunse la sua massima estensione nel 1812, quando l’intera Europa continentale dipendeva direttamente o indirettamente dalla Francia. Oltre al Portogallo, che Napoleone riuscì a occupare per un solo anno (1807), restavano indipendenti dal potere imperiale l’Inghilterra, l’impero russo e quello ottomano.

La CAMPAGNA DI RUSSIA, avviata nel giugno 1812 con enorme dispendio di uomini e di mezzi (circa 700000 uomini), finì con la sua sconfitta totale nell’ottobre. Napoleone entrò a Mosca il 14 settembre, aspettandosi la resa da parte dello Zar. La città era stata data alle fiamme e svuotata di ogni cosa, in particolare cibo, che potesse essere utile alle truppe francesi, così Napoleone si vide costretto a ordinare la ritirata, che ben presto divenne una rotta disastrosa (l’armata tornò in Francia decimata).

Si formò così una nuova coalizione antifrancese: tra il 1813 e il 1814 il duca di Wellington liberò la Spagna e nell’ottobre 1813 gli eserciti austro-prussiani sconfissero Napoleone a LIPSIA (“battaglia delle nazioni”). Uno a uno caddero tutti i domini napoleonici. L’invasione della Francia nella primavera del 1814 costrinse Napoleone ad abdicare e ad accettare di ritirarsi nell’ISOLA D’ELBA (4 maggio). 

Fuggito dall’isola d’Elba, Napoleone sbarcò nel marzo 1815 in Francia, tornando al potere, in quella che fu definita l’avventura dei “CENTO GIORNI”. 

Una nuova coalizione guidata da Wellington e dal generale prussiano G.L. Blücher sconfisse l’esercito di Napoleone a WATERLOO il 18 giugno 1815. 

Dopo aver abdicato il 22 giugno a favore del figlio, il 26 ottobre Napoleone fu definitivamente esiliato nell’isola atlantica di SANT’ELENA, al largo delle coste africane, dove rimase fino alla morte (5 maggio 1821).

Con il congresso di Vienna del 1815 si apriva l’età della RESTAURAZIONE. Il termine “RESTAURAZIONE” indica il ritorno all’assetto geopolitico europeo dopo la sconfitta di Napoleone. Le potenze vincitrici vollero “restaurare” l’ordine politico precedente la Rivoluzione francese. Il congresso di Vienna stabilì che sui troni sarebbero tornati i “legittimi” sovrani. AUSTRIA, PRUSSIA e RUSSIA stipularono la “SANTA ALLEANZA”, con cui si impegnavano a reprimere nuove rivoluzioni.

Le decisioni prese dalle potenze riunite nel CONGRESSO DI VIENNA si ispirarono a due principi fondamentali:

  • il PRINCIPIO DI LEGITTIMITÀ, secondo il quale dovevano tornare sul trono le dinastie spodestate da Napoleone;
  • il PRINCIPIO DI EQUILIBRIO, in base al quale dovevano essere ridisegnati i confini degli Stati, senza rafforzare né indebolirne eccessivamente nessuno, al fine di evitare nuovi conflitti.

Si faceva però strada l’idea di NAZIONE, intesa come comunità di “sangue” (cioè persone della stessa etnia), lingua e cultura e la convinzione che i popoli avessero diritto all’indipendenza dal dominio straniero. Il tentativo di restaurare l’ordine del passato si scontrò con l’opposizione delle SOCIETÀ SEGRETE che organizzarono insurrezioni per abbattere i regimi assoluti, ottenere la COSTITUZIONE e, in alcuni casi, l’INDIPENDENZA NAZIONALE. Quasi tutti i moti furono repressi ed ebbero successo solo in Grecia (1829), in Belgio e in Francia (1830-31). 

In Italia i moti per l’indipendenza furono sconfitti, ma si crearono le premesse del RISORGIMENTO e delle GUERRE D’INDIPENDENZA (1848-49: PRIMA GUERRA D’INDIPENDENZA; 1859-60: SECONDA GUERRA D’INDIPENDENZA) che condussero alla nascita del REGNO D’ITALIA (17 marzo 1861).

Napoleone.cmap

 

 

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