Prima guerra mondiale: il 1918.

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Prima guerra mondiale

Il 1918: la fine del conflitto. 

 

I 14 punti di Wilson

prima guerra mondialeIl 1918, inaugurato dal messaggio al Congresso del presidente americano Thomas Woodrow Wilson (8 gennaio), in cui si delineavano i “quattordici punti” su cui avrebbe dovuto essere fondata la pace futura, registrò anche il massimo apporto di uomini e mezzi da parte degli Stati Uniti. 

Le ultime offensive tedesche

Il 3 marzo fu firmata la pace di Brest-Litovsk tra la Germania e la Russia bolscevica, che impose ai Russi durissime condizioni. Questo permise alla Germania il trasferimento di truppe ad Occidente. Il generale Ludendorff, cogliendo il momento favorevole e cercando di anticipare l’arrivo in forze delle truppe statunitensi, mise in atto una fulminea e imponente offensiva che riportò i Tedeschi a pochi chilometri da Parigi. Nonostante importanti successi parziali, i Tedeschi non riuscirono a sfondare le linee francesi. 

La controffensiva alleata

Esaurita la spinta offensiva degli austro-tedeschi, gli Alleati presero l’iniziativa. La seconda battaglia della Marna (15-17 luglio) segnò l’inizio della controffensiva alleata che raggiunse il culmine con la battaglia di Amiens (8-11 agosto). In quattro mesi la Francia del Nord fu riconquistata e la Germania, vicina al crollo, dovette affrontare anche una crisi interna che si concretizzò in una riforma costituzionale. Il 28 ottobre 1918 la costituzione fu emendata per rendere il Reich una democrazia parlamentare: il Cancelliere avrebbe risposto al Parlamento, il Reichstag, e non più all’Imperatore.

Intanto, i Turchi avevano subito numerose sconfitte in Siria e Palestina, e l’esercito bulgaro era stato cacciato dalla Macedonia, dalla Serbia e dalla Romania.

Il fronte italo-austriaco e la resa dell’Austria

prima guerra mondialeNel giugno 1918 anche l’esercito austro-ungarico era passato all’attacco, ma gli Italiani riuscirono a resistere sul Piave e a lanciare una grande controffensiva che portò le truppe italiane alla vittoria decisiva di Vittorio Veneto il 24 ottobre. Così, il 4 novembre 1918 fu firmato l’armistizio fra Italia e Austria-Ungheria. L’11 novembre l’imperatore Carlo I, dopo un estremo tentativo di trasformare l’Impero in uno Stato federale sulla base di 4 regni nazionali (Austria, Ungheria, Polonia e territori iugoslavi), abdicò e il 12 fu proclamata la repubblica in Austria, il 16 in Ungheria. Le varie nazionalità si davano governi autonomi, così il vecchio Impero asburgico cessava di esistere.

Le agitazioni interne, l’abdicazione del kaiser e la resa della Germania

In Germania si moltiplicarono le agitazioni sociali e si profilò la possibilità di una rivoluzione socialista, come era accaduto in Russia. In seguito alle ribellioni dei soldati, che costrinsero lo stato maggiore a mettere fine alla guerra, e alle agitazioni operaie, il kaiser Guglielmo II fu costretto ad abdicare e a fuggire in Olanda. Il 9 novembre 1918 a Berlino fu proclamata la repubblica e Friedrich Ebert, capo del partito socialdemocratico (SPD), ricevette l’incarico di formare un nuovo governo. La SPD contrastò le tendenze politiche più radicali, che si manifestavano nei consigli di Berlino e della Baviera, alleandosi con l’esercito e con i “corpi franchi” nazionalisti, contro la sinistra rivoluzionaria. L’11 novembre 1918, dopo l’abdicazione e la fuga del Kaiser, anche la Germania firmò l’armistizio con le potenze dell’Intesa. 

 

 

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